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Imprenditore che rischia il fallimento, mette bomba davanti casa collega

Creato il 23 maggio 2012 da Nottecriminale9 @NotteCriminale
Imprenditore che rischia il fallimento, mette bomba davanti casa collegaPer fortuna non è esploso. Se lo sarà ripetuto mille volte anche lui tornato lucido. Si tratta di un imprenditore disperato per il rischio di fallimento della sua impresa a causa di un lavoro eseguito e non pagato. Si tratta di Giuseppe Tria, di 56 anni, imprenditore edile di Putignano, specializzato in lavori di carpenteria. Tria avrebbe maturato la decisione di far esplodere, senza riuscirci, un ordigno rudimentale dinanzi alla porta di casa di un altro imprenditore di Noicattaro (Bari) da cui aveva ricevuto in subappalto la commessa mai pagata.
Tria, arrestato dalla polizia grazie alle immagini di una telecamera di sorveglianza, ha confessato: il gip ha convalidato l'arresto concedendo i domiciliari e riqualificando l'iniziale accusa di strage in tentata violenza privata e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Il fatto è avvenuto nella notte tra il 15 e 16 maggio scorsi, ma è stato reso noto solo oggi dopo la decisione del gip. L'ordigno, secondo la polizia, avrebbe potuto provocare una strage e danneggiare seriamente lo stabile di otto piani in cui è stato collocato.
L'uomo lo ha realizzato con due taniche piene di benzina collegate tra loro con una miccia a sua volta imbevuta di liquido infiammabile. È stata l'eccessiva lunghezza a fare spegnere la miccia e a fare fallire l'attentato. All'origine di tutto ci sarebbe una situazione di difficoltà economica dell'azienda dell'imprenditore, che rischierebbe il fallimento per un lavoro da 55.000 euro eseguito e non pagato. Un anno fa Tria ha avuto in subappalto dall'altro imprenditore una commessa per la realizzazione di un solaio di un edificio pubblico a Noicattaro.
Il lavoro eseguito però, gli è stato contestato e quindi la commessa non è stata pagata. È iniziata una battaglia legale non ancora conclusa. L'imprenditore in difficoltà economiche ha quindi perso la testa e individuata la casa dell'altro imprenditore 63/enne ha prima fatto un sopralluogo e poi sistemato le due taniche dietro la porta d'ingresso, accendendo la lunga miccia prima di scappare.
 È stata la moglie della vittima designata a sentire l'odore di benzina e ad accorgersi di quanto stava avvenendo dando l'allarme. L'uomo è stato identificato grazie al un video di una telecamera di sicurezza e raggiunto in casa a poche ore dal fallito attentato.
«Una storia di disperazione che poteva finire male - ha detto il capo della Squadra Mobile di Bari, Luigi Rinella - Se l'ordigno fosse esploso, staremmo qui a parlare di morti».

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