Una storia di povertà in un paese ricco, come l'Arabia Saudita, indicato come il principale paese petrolifero al mondo. L'imprenditore saudita caduto in povertà, secondo quanto da egli stesso sostenuto, a causa di un decreto del tribunale che lo ha costretto a chiudere l'azienda di servizi per gli avvocati nella quale lavorava da tempo, trovatosi in stato di disoccupazione e dopo il rifiuto delle autorità di un sussidio economico, si è affidato al più importante dei social network pubblicando sul profilo personale la sconvolgente notizia.
"Ho deciso di vendere mio figlio per dare una vita dignitosa a sua madre e alle sue sorelle in cambio di questa vita di povertà e desolazione nella quale viviamo attualmente. Mi sono anche recato al collocamento per chiedere un aiuto per trovare un altro lavoro, alla luce del recente decreto del re Abdullah , ma mi hanno detto che ho superato l'età stabilità dalla legge e che potevano aiutare solo chi aveva meno di 35 anni"
La richiesta dell'uomo oltre a quella economica, la cifra infatti si aggira intorno ai 73 milioni di dirham circa 20 milioni di dollari, è quella che nel contratto sia espressamente citata la città dell'acquirente nella quale il figlio potrebbe vivere. Tutto ciò in un paese dove il 20% degli abitanti del regno hanno raggiunto il livello di povertà ,la vendita di bambini è un reato e la schiavitù è stata ufficialmente abolita nel 1962.
Il vero motivo che abbia spinto l'uomo a simile comportamento resta ignoto, ma molto probabilmente la ricerca di pubblicità e la compassione di un ricco sceicco sembrano essere le ipotesi più accreditate