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Impressioni di settembre

Da Morrison
Via Indipendenza, Gaeta. Decidere di attraversarla è un po' prendersi una vacanza dall'ordinario e dall'usuale, un po' come tuffarsi in un acquario tropicale e restare in apnea per una buona mezz'ora.
E' colorata via Indipendenza. Colorata e a tratti chiassosa. Vecchie case e vecchie pietre percorse da una quotidiana rinnovata vitalità di persone e di storie. Sempre le stesse, sempre diverse. Sono gli anziani e la loro speranza di vendere quattro fichi di numero in un cassettino di legno all'angolo del vico; sono le giovani mamme forestiere con prole a seguito e il nuovo giocattolo appena comprato che già non piace più; sono gli uomini del posto davanti al bar che ripercorrono in dialetto stretto la partita di calcio di ieri; sono i vucumprà che ti puntano e scrutano da lontano i tuoi comportamenti provando ad anticipare i tuoi gusti in fatto di calzini.
C'è un velo di religiosità che aleggia lungo tutta la strada. Quella delle nicchie ricavate nelle pareti con i santi imprigionati dietro le sbarre e quella delle bestemmie degli adolescenti che ti sbucano davanti rincorrendosi nelle loro magliette "Cassano" e "Ibrahimovic".
Adoro questa strada. L'altro giorno ho provato ad immortalarne qualche scorcio. Ma non le renderò mai sufficientemente giustizia.
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