Correnti elettriche a bassa intensità riducono il dolore del 60%
La stimolazione elettrica della corteccia motoria attiva un circuito analgesico. È la conclusione alla quale sono arrivati i ricercatori dell’Università di Milano Bicocca. La riduzione del dolore arriva in media fino al 60% nei pazienti affetti dalla cosiddetta Sindrome dell’arto fantasma, ovvero la sensazione anomala (e spesso dolorosa) di persistenza di un arto dopo la sua amputazione, difficile da trattare in maniera farmacologica.
La sindrome è dovuta ad una errata riorganizzazione da parte del cervello che, pur registrando la mancanza di un arto, non è in grado di escluderlo del tutto dalla mappa mentale del corpo. Per questo si parla di una riorganizzazione “maladattiva” che interessa le aree corticali motorie e parietali.
Otto pazienti sono stati sottoposti ad una singola stimolazione a corrente elettrica, non invasiva e indolore, a 2 milliampere per 15 minuti. La corrente anodica applicata alla corteccia motoria ha permesso la riduzione del dolore grazie all’aumento dell’eccitazione dei neuroni corticali mentre quella catodica applicata alla corteccia parietale ha fatto diminuire le sensazioni non dolorose di avere un arto fantasma.
«La stimolazione a correnti elettriche dirette – spiegano Nadia Bolognini e Angelo Maravita, del Dipartimento di Psicobiologia della Bicocca – riduce il dolore dal 25 al 100% nei pazienti con dolore neuropatico resistente ai farmaci, anche se già portatori di una protesi. Il nostro obiettivo è stabilizzare nel tempo l’effetto indotto dalla stimolazione elettrica evitando la ricomparsa del dolore».
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