Prosegue l’enigma sull’IMU terreni agricoli, ma si intravede una luce nell’immediato orizzonte: nel Consiglio dei ministri del prossimo 20 gennaio (tra meno di una settimana) infatti si discuterà in merito alla questione spinosa delle coperture del tributo, con la definizione definitiva di coloro che dovranno pagare.
Il caos era nato nel mese di dicembre con la pubblicazione sul portale internet del Dipartimento delle Finanze del decreto che trasformava in pianeggianti i terreni cosiddetti “ex montani” in migliaia di Comuni, imponendo come diretta conseguenza il pagamento ai proprietari dell’IMU retroattiva su tutto il 2014 . Per approfondire leggi l’articolo IMU terreni agricoli, il pagamento il 26 gennaio: il decreto in Gazzetta.
La scorsa settimana il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, aveva affermato: “La necessità e l’urgenza di una revisione strutturale dei criteri di esenzione ai fini IMU dei terreni agricoli, che tenga conto di parametri certificati in ordine alle caratteristiche e peculiarità dei terreni e dei territori comunali”. In tale direzione il ministro aveva ribadito l’esigenza di riservare un trattamento specifico agevolato, come già avviene attualmente, per i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali.
Il tema emerge comunque con forza questa settimana: il Governo deve infatti superare l’ostacolo delle coperture per fissare la distinzione fra esenti e paganti dell’IMU agricola sulla base dei parametri Istat che catalogano i Comuni come “montani”, “parzialmente montani” e “non montani”. Il ricorso a questa classificazione, in sostituzione del criterio “altimetrico” di cui è già stata praticamente annunciata la bocciatura al TAR, è già stato deciso, e secondo i progetti governativi affiorati nei giorni scorsi dovrebbe riguardare sia i pagamenti 2015 sia quelli 2014, prorogati al 26 gennaio prossimo.
L’idea del Governo è quella di far pagare il tributo a tutti i proprietari di terreni nei Comuni classificati “non montani” dall’Istat, esentando al contempo soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali all’interno dei Comuni classificati come “parzialmente montani”. L’esenzione sarà ovviamente totale nei Comuni “montani”.
Più di 500 sindaci, chiamati dall’Intergruppo parlamentare sullo sviluppo della montagna, si sono riuniti nella giornata di lunedì a Roma per un confronto con il Governo, mentre il delegato Anci alla Finanza locale Guido Castelli (sindaco di Ascoli Piceno) ha rivolto un appello alla compagine governativa stessa, chiedendo di “non applicare per il 2014 una norma oggettivamente inapplicabile, e inserire il tema all’interno della discussione sulla Local Tax” che dovrebbe ripartire a breve.
Per comprendere la vicenda da cui è originato tutta la confusione leggi l’articolo IMU terreni agricoli: cambia tutto, saltano le esenzioni sotto i 600 metri.
Sarà nuovamente caos? La decisione in Cdm verrà presa con tutta probabilità martedì prossimo: a quel punto rimarranno però solo 6 giorni per i contribuenti per capire quanto pagare ed affrettarsi ad aprire le corde della borsa.
Anche per tale motivo i commercialisti (tramite la voce consigliere nazionale Luigi Mandolesi) salgono in barricata chiedendo con urgenza “la sistemazione definitiva alla disciplina”. Ma in materia tornano ad essere esalati fumi anche mediante il dibattito politico: l’ex ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, oggi capogruppo alla Camera del Nuovo Centrodestra, spinge per il ritorno delle vecchie esenzioni, al fine di “porre davvero fine a un’assurdità che rischia di mettere in ginocchio agricoltori e Comuni in un colpo solo”.