Le peggiori critiche che possa ricevere un (non) partito le avanza Feltri:
«Il Pdl funziona perché non è un partito ma un contorno. Il contorno di Berlusconi (…) che ai suoi uomini chiede solo di dargli una mano in sala macchine. Non ha bisogno di apparati burocratici, di una folta gerarchia, ma di gente fidata e moderata, anche nei furti. È inevitabile che qualcuno rubi, ma senza esagerare».
E dopo Berlusconi, che si fa?
«Da quando in qua uno – si senta o non si senta immortale – si preoccupa di quel che accadrà dopo di lui? Ci sarà il diluvio? E chissenefrega. Provvederanno i sopravvissuti a risolvere il problema»
Adesso qualcuno mi deve spiegare come si possa pensare che B sia interessato al bene del nostro Paese. Guida un partito che è un contorno alla sua persona e – legittimamente, secondo Feltri – si disinteressa totalmente di ciò che sarà l’Italia dopo di lui. L’opposto della buona politica.