Ultimamente, mi capita di frequentare (più online che dal vivo, purtroppo) essenzialmente due tipi di madri, entrambe molto fuori dal mainstream.
Uno è il tipo della madre-mamma: una che si documenta su tomi di puericultura che neanche all'università (e parlo con cognizione di causa, purtroppo), dedica quasi tutto il proprio tempo libero ai figli (magari ha anche rinunciato al lavoro per stare con loro). Di solito tutto ciò è accompagnato da una grande attenzione alla natura e all'ambiente (che prende magari la via dei pannolini lavabili), una certa cura per l'alimentazione (che prende la via dell'allattamento "prolungato", dell'autosvezzamento e dei cibi biologici) e dalla preferenza per le attività all'aria aperta (sulla falsariga degli insegnamenti di Steiner).
Badate che non sto parlando di decerebrate che sorridono dagli spot del prodotto Taldeitali: parlo di persone con una cultura generale e specifica che la maggior parte degli educatori se la sogna, molto consapevoli di tutto ciò che vivono, capaci di critiche intelligenti e costruttive.
Se cito come esempi momatwork e Claudia, direi che ho detto tutto, no?
L'altro è il tipo della mamma il cui obiettivo principale non è essere mamma. Detto così, sembra una che se ne frega dei figli: niente di più sbagliato. Questo tipo di madre è contentissima di esserlo, magari anche lei ha rinunciato al lavoro per stare con i bambini o magari ha deciso di togliersi dalle logiche di carriera tradizionale. Semplicemente, non le interessa più di tanto parlare di cose che riguardino i bambini. Io non so se segue un particolare metodo educativo, non so se ha una posizione particolare riguardo all'alimentazione dei suoi figli, non so nemmeno se gli fa vedere la TV o no. Suppongo che nell'educazione dei figli sia tendenzialmente mainstream ma senza cadere nel qualunquismo. Conosco però le sue passioni oltre i figli, conosco il suo pensiero riguardo alcuni temi: confrontarmi su alcuni temi con questo genere di donna è stimolante e divertente. Penso a Manager di Me Stessa o a Bianca, ma sono solo esempi tra le tante.
Spesso queste due categorie si guardano con diffidenza, spesso si commentano a vicenda con pareri poco lusinghieri, a volte (ma son rari casi, che non riguardano certo le persone che ho citato) arrivano addirittura a farsi la guerra.
Io mi sento in mezzo. Ho una passione forte, la narrativa, ma ho messo a cuccia la danza perché toglieva troppe energie al resto. Dedico una gran parte del mio tempo libero ai figli, non mi sognerei mai di andare in vacanza con una tata, ma nello stesso tempo sono gran pronta a cioccare i bambini a chiunque li tenga per ritagliarmi uno spazio tutto mio una volta ogni tanto, con le amiche e/o con mio marito. Vivo uno stile di vita fatto di autoproduzione e alimenti bio, ma sono ben felice di dialogare con multinazionali senza pregiudizi. Aspetto il part time come la manna dal cielo ma poi sono prontissima a farmi tutti i weekend in una fiera diversa per promuovere Viola, quando uscirà (stanchezza a parte).
Non è che io desideri sentirmi per forza ingabbiata in una categoria. È semplicemente che a volte mi sento come se avessi una doppia personalità: mi rendo conto che lo stesso tema, presentato da una parte o dall'altra, mi provoca pensieri, sentimenti, posizioni diverse.
Faccio un paragone forte: a volte mi sento come quei leghisti che "a casa terroni e negri" e poi il loro migliore amico è di Avellino e si trovano benissimo col collega senegalese.
Tradotto: a volte faccio affermazioni assolute per amore di battuta o sull'onda di un'impressione del momento, salvo poi riconsiderare la questione se mi viene proposta "dall'altra parte" in modo circostanziato e pacato.
Ciò non toglie che su alcuni temi non c'è storia, la mia opinione è quella: posso enunciarla in modi differenti per non ferire il mio interlocutore, al massimo.
Del resto, tutti mi dicono che la mia dote migliore è la schiettezza. Spero sempre di essere all'altezza di questo complimento.
Magazine Società
Potrebbero interessarti anche :