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In Brasile si rischia

Creato il 10 giugno 2013 da Brasilitalia
In Brasile si rischia
Non sono io a dirlo, ma la rivista Quattroruote in un articolo di questo mese.
Dalle fabbriche brasiliane escono ogni giorno oltre 10.000 auto nuove, tanto che il Paese sudamericano è divenuto il quarto mercato mondiale. Il boom di vendite, però, è accompagnato da un drammatico aumento dei morti sulle strade: il 72% in più, rispetto a dieci anni fa. Al di là dell'evidente maggiore diffusione delle automobili, sotto accusa è finita la sicurezza dei modelli più economici, inferiore rispetto a quella delle utilitarie vendute dalle stesse Case in Europa e negli Usa. Come si può vedere nella tabella dei crash test Latin NCAP (analoga all'Euro NCAP), molte vetture popolari in Brasile si sono comportate male nelle prove d'urto frontale, meritando solo una stella su cinque (in un caso, mezza). Questo non solo perché prive di airbag e di cinture pretensionate, ma perché la loro struttura collassa nell'impatto, invece di deformarsi in modo controllato.
In Brasile si rischia
L'Associated Press ha raccolto le opinioni di addetti ai lavori brasiliani, tra i quali Marcilio Alvares, professore d'ingegneria all'Università di San Paolo. A suo parere, in Brasile le Case risparmierebbero sul numero dei punti di saldatura durante la fase assemblaggio: «Questo potrebbe avvenire perché l'energia rappresenta il 20% dei costi della struttura», denuncia Alvares. L'accusa è stata ribadita da un altro ingegnere, che ha lavorato per trent'anni alla Volkswagen e che da un decennio svolge attività di consulente per i grandi costruttori (e che, per questo motivo, preferisce restare anonimo): «I punti di saldatura sono determinanti; inoltre, mentre la scocca di una vettura prodotta in Germania è sofisticata e non manca di nulla, nella versione brasiliana è priva di vari elementi di rinforzo e di diversi punti di saldatura. Ai costruttori interessa soltanto che le auto abbiano lo stesso design, tanto sotto la pelle nessuno può andare a vedere che cosa ci sia davvero».
Per esempio, la Renault Sandero sembra identica all'omonima Dacia venduta da noi, però nel crash Latin NCAP la prima merita una sola stella, mentre la versione europea, negli Euro NCAP, ne ha avute tre. La Nissan Micra e la Ford Ka, che da noi guadagnano quattro stelle, lì ne prendono, rispettivamente, due e una. Qualche Casa, del resto, ammette che, anche se il design è nuovo e il nome può essere identico a quello utilizzato in Europa [è il caso della Ka), alla base di vari modelli brasiliani vi sono pianali datati, che nulla hanno a che spartire con quelli dei nuovi prodotti venduti sui mercati occidentali. Una conseguenza è che il ministero della Salute brasiliano ha registrato per il 2010 ben 9.000 decessi sulle strade, mentre negli Usa, pur con un numero di auto cinque volte maggiore, quell'anno i morti sono stati 14.000, solo una volta e mezzo in più.
In Brasile si rischia
Il problema, come sempre, nasce dal fatto che le Case progettano per rispettare le norme: se queste sono carenti, sono guai. In Brasile, inoltre, non esistono laboratori statali o indipendenti dove effettuare crash test di verifica. Un aspetto che potrebbe rendere meno efficace la decisione governativa di far entrare in vigore nel 2014 la nuova legislazione in tema di sicurezza. Che prevederà sia la presenza obbligatoria ell’Abs e degli airbag frontali sia l'introduzione di standard più severi per i crash test, che le Case dovranno dichiarare di aver rispettato prima d'iniziare a vendere un nuovo modello. 

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