Un libro dal grande formato, raffinato, elegantissimo, curato fin nel piccolo particolare della scelta di un font morbido, sottile e appena panciuto a tenere le fila di un racconto rassicurante che è anche un invito ad osservare, con attenzione, i tanti dettagli di cui si compone la realtà.
Un uccellino azzurro, ancora poco avvezzo al volo, si sveglia, in un bel mattino primaverile, con un gran desiderio di librarsi nell’aria.
Il piccolo è sconfortato: senza il suo amico non si reputa in grado di prendere il volo. Non resta che mettersene alla ricerca, in campagna ed in città, sperando di scovarlo in qualche luogo.
Quando poi si accorge che perfino i sonagli alla finestra di Nonna Brooks – bonaria vecchietta intenta alla lettura – non tintinnano come al solito, l’uccellino si mostra davvero demoralizzato: come farà a volare senza il consueto sostegno alle ali offertogli dal vento?
Senza accorgersene! Troppo preso dalla disperata caccia, non si rende conto che il suo punto di osservazione non è più dal basso ma bensì dall’alto, da dove si trova volando con naturalezza.
Fin quando, sorprendendosi sul campanile, nel punto più alto della città, l’evidenza gli salta agli occhi: ha volato, e l’ha fatto tutto da solo!
E nel momento in cui, rassicurato e compiaciuto, si lascia andare alla sua istintiva abilità ecco che da un dolce fruscio tra le piume avverte – finalmente! - la presenza del caro e tanto desiderato vento.
Un albo che intercetta positivamente, risolvendole, le tante insicurezze dei bambini che si trovano a doversi cimentare, per le prime volte, in compiti nuovi e apparentemente difficili, magari senza l’appoggio consueto dell’adulto di riferimento.
“Ce la farò da solo?” è una delle domande cruciali dell’infanzia, una di quelle che segna la crescita e la conquista della sicurezza in se stessi, tanto importante per la costruzione di un essere umano in grado di sostenere le sfide della vita.
Le pagine di Lindsey Yankey paiono dire, tra le righe di un racconto piacevolissimo e pacato, che sì, ce la si può fare, che tutti i cuccioli hanno in sé la forza e la capacità per spiccare il volo, reale o figurato che sia.
E il vento – una probabile metafora della figura genitoriale, di supporto e spinta – può anche tacere per un attimo, una volta che il sostegno è stato dato nei primi momenti e il legame affettivo e di fiducia è stato costruito.
Oltra alla valenza piscologica, il libro, per la sua ricchezza figurativa e lessicale, è anche un invito all’osservazione dei tanti dettagli, naturali o meno, che si manifestano in una bella giornata di primavera.
Gli alberi, i fiori, i parchi animati da adulti e piccini, le case, i monumenti, le stoffe colorate, i vari tipi umani, l’allegria dei vicoli e la chiassosità dei mercati…il viaggio dell’uccellino diventa anche il viaggio del lettore, che non può fare a meno di perdersi nella dolcezza e nell’armonia delle scene rappresentate, immaginando i suoni, i rumori, i vocii, i profumi che si spargono nell’aria.
(età consigliata: dai 5 anni)
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