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in due parti

Creato il 03 febbraio 2013 da Gaia

Sigh. Oggi vi parlerò di due argomenti che non c’entrano tanto tra di loro – chiamiamoli Dio e mammona. Purtroppo il fatto di avere un blog (o facebook o twitter) e di sapere che qualcuno ti legge crea la tentazione di approfittarne per sfogarsi, parlare di tutto quello che passa per la testa e comportarsi in maniera egocentrica senza immedesimarsi nei propri lettori e dare valore al loro tempo. Ieri mi è stato fatta questa osservazione: non puoi parlare di troppe cose, la gente si perde.

Quindi, sono consapevole di questa obiezione – come anche della vostra libertà di non leggere. Quello di stamattina è uno sfogo, che però credo possa contenere elementi di interesse anche per voi. Se volete, potete farmi sapere nei commenti se è così o meno.

Cominciamo con mammona. Come sapete, sono un’entusiastica aderente del progetto SCEC.  Neanche il tempo di spendere il mio primo colorato biglietto, però, che vengo a sapere che il progetto nasce dalle teorie del complotto sul signoraggio. Le chiamo direttamente teorie del complotto perché questo è quello che sono: bufale. Il genere di disinformazione che impedisce alle persone di conoscere la realtà e di agire bene, perché crea dei nemici immaginari e oscura la comprensione dei problemi effettivamente esistenti. Infonde anche un senso di sfiducia reciproca e di rabbiosa paranoia, oltre a rinchiudere gli adepti in gruppi chiusi che considerano tutti quelli che stanno fuori come poveretti con il prosciutto sugli occhi. Infine, la bufala fa perdere tempo a confutarla, tempo sottratto a un dibattito su quello che invece è vero. Il signoraggio esiste, è spiegato se vi interessa in maniera molto chiara sul sito della Banca d’Italia, NON è una truffa ai danni di una collettività ignara ma una scelta riguardo alla creazione di moneta frutto di esperienza storica e di scelte che potrebbero anche essere diverse. Ci sono moltissimi siti che spiegano i meccanismi che effettivamente sono in azione: se volete li trovate facilmente su internet. Questo è uno che sto guardando adesso, ma ce ne sono anche di più sintetici. Io ora mi trovo in crisi: sono assolutamente critica del funzionamento della finanza e tra i tanti che chiedono riforme; penso che lo stato dovrebbe cercare di indebitarsi il meno possibile e solo in casi eccezionali, e vorrei capire come si potrebbe fare, e credo nel valore di una moneta comunitaria e solidale per ridare il potere economico alle persone – ma non voglio perdere tempo con teorie fondate sull’ignoranza e la paranoia. Ho già comunicato la mia visione delle cose a chi mi ha dato gli SCEC (che forse ora mi legge), che si è dimostrato disponibile al confronto, e ho mostrato le mie fonti, tra cui i vari blog che parlano di signoraggio e lo stesso statuto della Banca d’Italia, al quale andrebbe aggiunto il trattato sull’Unione Europea. Che fare adesso? Aderisco ancora al progetto, ma su premesse diverse da quelle dei suoi promotori. Assurdo.

Cambiamo argomento. Tempo fa, un’amica mi ha mandato una mail in cui si raccontava un episodio che aveva, così diceva il narratore, come protagonista Einstein, in cui lo scienziato, ancora studente, stupiva un professore dicendo che la sua scienza somigliava tanto alla religione, perché richiedeva ‘un atto di fede’. L’episodio narrato aveva tutta l’aria di essere falso, alla luce anche delle effettive posizioni di Einstein riguardo alla religione (a quanto ho letto, era agnostico; diceva che il senso di meraviglia per il creato era un sentimento di tipo religioso e la base della passione e del lavoro dello scienziato). La mia amica ha detto che, falso o no, l’episodio faceva riflettere sull’analogia religione-scienza – in fondo anche gli scienziati ‘credono’ alle loro teorie. Però è un tipo di credere basato sull’evidenza, non sulla rivelazione. Comunque si tratta di dibattiti enormi, me ne rendo conto. Vengo al punto: ieri ho incontrato un testo che affronta l’argomento in modo profondo e ho pensato di inviarglielo. Il titolo è “Is Science a Religion?“. Il problema è che l’autore, il biologo Richard Dawkins, è un ateo che più militante non si può – mandandole il testo temevo di offenderla. So che ogni tanto legge qui anche lei, quindi provo a condividere con voi tutti questa riflessione di Dawkins. Personalmente, la trovo di un rigore e di una bellezza emozionanti. Spero vi possa piacere.


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