Mario Adinolfi
Qualche lettore di vecchia data se ne ricorderà... Nel Novembre 2010 questo blog aveva ridicolizzato la precedente "Grande Iniziativa Editoriale di Mario Adinolfi: il lancio, in piena crisi dei giornali cartacei, di un settimanale cartaceo chiamato "The Week", appoggiato da una edizione online chiamata "The Daily Week".
The Week conteneva anche (udite, udite!) un dorso dedicato al pocker, e un dorso dedicato al casting! (sic).
Con Adinoldi e i suo scagnozzi avevo avuto, all'epoca, una feroce polemica, che faceva seguito alle mie critiche (fondate, visto che il giornale è morto, come da mie previsioni. E sempre ammesso che abbia conosciuto qualche edicola...). Rinvio i curiosi al mio post del novembre 2010.
Oggi, il trasformista Adinolfi ci riprova. Dal 13 Gennaio dovrebbe esserci in edicola il suo NUOVO quotidiano. Dico "dovrebbe" perchè il precedente non sono MAI riuscito a trovarlo in NESSUNA edicola, e quello attuale, per il momento, neppure. Si chiama, con involontaria blasfemia, "LA CROCE". Il pro-life Adinolfi ignora il settimo comandamento:
"Non pronunzierai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano."
Questa iniziativa editoriale è fantastica... L'unico quotidiano italiano pro-life (sappiamo tutti che gli altri sono invece pro-morte! A noi non la fanno!). Ma non finisce qui! L'entusiasta articolista che presenta il giornaletto - guarda caso sul giornaletto online di Radio Vaticana, ci spiega entusiasta che "...è il primo al mondo ad utilizzare anche simboli dei social media..." (sic!). E noi che eravamo convinti che ormai anche la Gazzetta di Cocomaro" utilizzasse i rinvii a Facebook, Twitter, Google+ ... Sbagliavamo
In edicola La Croce, primo quotidiano italiano pro-life. Prodotto e diretto da Mario Adinolfi, reduce dai trionfi de" The Week"
Prima uscita del quotidiano pro-life "La Croce" - RV
Dal 13 gennaio è in tutte le edicole il primo quotidiano pro-life italiano, "La Croce", diretto da Mario Adinolfi. Otto pagine che raccontano e analizzano, attraverso un linguaggio semplice, l’attualità nazionale ed internazionale. In prima pagina oggi il titolo: “Serve un presidente #cristiano”. Il giornale, che punta ad essere un riferimento nel mondo del cartaceo, è il primo al mondo ad utilizzare anche simboli dei social media. Massimiliano Menichetti ha intervistato lo stesso Mario Adinolfi.
È un giorno di grande emozione per un lavoro di squadra fatto da 100 persone che collaborano a vario titolo. La sfida è essere popolari, non di nicchia. Credo che La Croce sarà un giornale popolare; non ha toni professorali, non ha toni saccenti. Prova a parlare un linguaggio semplice, un giornale laicissimo aperto a tutti che racconta tante storie. Credo che sia il primo giornale di questo tipo: che mette la penna in mano anche ai lettori. Da Gesù Cristo abbiamo tratto la forza. Da soli non l’avevamo. Individualmente eravamo nulla; insieme ci siamo ritrovati e l’ispirazione di Gesù ci ha condotto fino a questo punto.
D. – Nel suo editoriale è subito molto chiaro e sottolinea: “Sarà una testata in difesa della cultura della vita”. La Croce dunque è un giornale a tutto tondo che guarda la realtà con una lente particolare?
R. – Noi leggiamo la realtà tutta, i fatti della quotidianità con una lezione di accoglienza dell’altro che ci arriva direttamente dal magistero di Papa Francesco e anche con una riflessione, spero arguta dal punto di vista culturale. Oggi in prima pagina abbiamo ricordato il discorso di Ratisbona di Benedetto XVI. Dobbiamo riuscire a trovare le radici di una razionalità comune.
D. – Qual è la vostra analisi dei fatti per quanto riguarda il terrorismo internazionale?
R. – Sul terrorismo internazionale oggi diciamo parole chiare: dobbiamo riprendere un confronto razionale e intellettuale in particolare tra cristiani e islam, seguendo la parola di Papa Francesco di ieri ai diplomatici: “capi religiosi dell’islam condannate nettamente la violenze”. È il primo passaggio. Se non riprendiamo questo tipo di relazione, che chiede capacità di discernere e di condanna assoluta della violenza, noi non andiamo lontano. La nostra lettura dei fatti è questa: abbiamo alle spalle degli eventi luttuosi enormi, ma non pensiamo solo a Parigi e alla Francia, pensiamo a tutto a ciò che avviene in Pakistan dove è incarcerata Asia Bibi, pensiamo alla Nigeria dove vengono fatte esplodere bambine caricate di esplosivo per causare decine, centinaia, qualche volta migliaia di morti con gli attacchi kamikaze. Dobbiamo, da questo punto di vista, avere chiaro che c’è un mondo composto anche da combattenti che si rifanno all’islam che vanno semplicemente ricondotti a ragione. Sapendo bene chi siamo, incontriamo bene e in maniera feconda l’altro, altrimenti senza questo ragionamento il contrasto e il conflitto diventano violenti.
D. – Aprite oggi con il titolo: “Serve un presidente cristiano” e voi proponete il nome di Paola Bonzi.
R. – Domani si dimette il presidente Giorgio Napolitano e noi da giornalisti abbiamo dato intanto questa notizia e poi anche una nostra indicazione concreta. Abbiamo definito “La Croce” un quotidiano pro-life, cioè a difesa della cultura della vita. Abbiamo cercato una donna simbolo. Paola Bonzi è sicuramente così, ha 71 anni; all’età di 23 anni ha perso la vista ma ha fatto vedere alle donne la possibilità di dare la vita a tanti bambini che altrimenti non l’avrebbero avuta. Paola Bonzi lavora al Centro di Aiuto alla Vita di Milano, ha fatto nascere 17.486 bambini. Dal nostro punto di vista è il simbolo dell’Italia migliore, dell’Italia che non ha potere e che quindi sarebbe bene che andasse al potere.
D. – “La Croce” è un quotidiano cartaceo. Nelle sue pagine però tanti richiami ai social network, a Facebook e tutti i titoli in sostanza hanno l’hashtag di Twitter.
R. – Siamo il primo giornale al modo che usa nella titolazione di un quotidiano cartaceo l’hashtag. Siamo la contaminazione di tradizione e contesto estremamente contemporaneo. La nostra squadra è tutta giovanissima; io sono il più vecchio. Veniamo tutti dal mondo dei social network, della rete, però abbiamo voluto dotarci di uno strumento – come si diceva una volta – pesante, che è appunto la carta: per comunicare con tutti, anche con coloro che magari sono molto lontani dal mondo del web (Fonte: it.radiovaticana.va)
Diamo al nuovo giornale sei mesi di vita, ad essere ottimisti. Ora attendiamo con ansia che Mario Adinolfi cambi nome, e si faccia ri-battezzare Mario Cristiano Adinolfi, seguendo la scuola di Magdi "Cristiano" Allam. A proposito... se qualcuno dovesse avvistare una copia de "La Croce in qualche edicola, la compri e me ne faccia gentile dono... Io a Milano non sono riuscito a trovarla neanche presso l'edicola vicina al vescovato.
Tafanus
1501/0615/1345