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In egitto i morti sono 100. violenze si sono mischiate a saccheggi

Creato il 30 gennaio 2011 da Madyur
IN EGITTO I MORTI SONO 100. VIOLENZE SI SONO MISCHIATE A SACCHEGGI

La rivolta non si placa, ma la quinta giornata della collera non viene funestata dagli scontri violenti tra manifestanti e forze dell'ordine che fino ad oggi hanno lasciato sul terreno cento morti. Le violenze hanno cambiato, pero', scenario e obiettivo. Un'ondata di saccheggi e' dilagata nelle zone residenziali piu' ricche della capitale, spingendo l'esercito a lanciare un appello ai manifestanti ad aiutarlo a controllare le strade e le proprieta' dei cittadini.

Vandali hanno anche assaltato il museo egizio del Cairo rompendo le vetrinette di esposizione, e lasciando a terra, talvolta in pezzi, preziosi e delicati reperti dell'antico Egitto, prima che l'esercito prendesse il controllo dell'edificio. L'entrata in scena dei soldati, a lungo invocati dai manifestanti esasperati dalle violenze della polizia, ha contribuito a riportare un po' di calma nelle piazze invase da migliaia di persone, in barba al coprifuoco anticipato di tre ore rispetto a ieri.

Pur avendo l'ordine di essere intransigenti con chi non rispettasse la consegna di non essere in strada dalle 16 alle 8 del mattino, i soldati nei loro cingolati e carri armati, dispiegati nei punti strategici del Cairo e di altre citta' egiziane, non sono intervenuti. In molti casi hanno simpatizzato con i manifestanti che hanno letteralmente e pacificamente preso d'assalto i blindati mentre sfilavano per la citta', scambiandosi pacche sulle spalle, e strette di mano.

Nessuna reazione e' venuta dai soldati nemmeno quando la gente e' rimasta in strada dopo l'annuncio delle nomine fatte dal rais Hosni Mubarak. Il presidente, che in nottata aveva preannunciato la formazione di un nuovo governo per oggi, ha provveduto a nominare un vice Omar Suleiman.

Fino ad oggi potentissimo fedele capo dei servizi segreti, e titolare di dossier delicati come quello del negoziato palestinese, da tempo indicato come possibile successore di Mubarak alle presidenziali previste per la fine di questo anno. A capo del governo Mubarak ha indicato Ahmed Shafik, ministro dell'aeronautica civile. Entrambi sono generali cosi' come sono legati all'esercito o comunque alle forze di sicurezza secondo indiscrezioni dei media.

Alla difesa sarebbe andato il capo di Stato maggiore Sami Anan mentre agli Interni sarebbe stato nominato un altro generale Ahssan Abdel Rahman. Le decisioni del rais non hanno soddisfatto le folle e nemmeno gli oppositori politici. Per i fratelli musulmani e per Mohammed El Baradei, leader del movimento per la riforma, la nomina di Suleiman e di Shafik deve solo essere il preludio per la fine del regime Mubarak e l'avvio di una transizione pacifica che porta alle riforme.

Anche i manifestanti sono rimasti in piazza dopo le nomine per segnalare il loro scontento, anche se meno numerosi dell'inizio del pomeriggio. Molti sono tornati alle loro case per prendere parte a una sorta di ronde popolari che i condomini stanno mettendo in piedi in molti quartieri del Cairo per vigilare contro l'arrivo di bande di vandali e di saccheggiatori.

Armati di coltello e talvolta di armi da fuoco assaltano negozi, grandi magazzini, automobili e case private per rubare, ma secondo molti egiziani anche per creare il caos. In serata un portavoce del ministero della Difesa e' intervenuto in televisione per chiedere il rispetto del coprifuoco e in giornata militari con megafoni invitavano i manifestanti a rispettare il coprifuoco, almeno nelle ore notturne, per consentire all'esercito di pattugliare le strade.

In vari quartieri della capitale Nasr City, Mohandesin, Heliopolis, l'esercito ha promesso di mandare rinforzi ed ha anche istituito un numero verde per segnalare le emergenze. Come avviene dall'inizio della protesta, anche oggi si sono rincorse voci su fughe all'estero, poi smentite, dei figli di Mubarak Gamal e Alaa, il primo insistentemente indicato come suo possibile delfino. Dati entrambi a Londra con la famiglia, la notizia e' stata smentita dalla tv di Stato.

Una ventina di jet privati ha pero' effettivamente lasciato il Cairo per Dubai e uno anche per l'Italia. A bordo di quest'ultimo c'era la famiglia di Neguib Sawiris, patron della Wind. Meno fortuna hanno avuto i circa 2.000 viaggiatori rimasti tutta la giornata all'aeroporto del Cairo nella speranza di lasciare il paese.


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