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in giappone

Creato il 26 gennaio 2011 da Luci

eccomi qua!

sgrendinata ma felice, a racontarvi le prime impressioni.

sono arrivata a tokyo narita alle otto di mattina (a mezzanotte oradilucca) e da lì ho preso due treni per arrivare quassù, a onahama, in mezzo al nulla ma davanti al mare. è molto bello.

vi copio quello che ho scritto lungo la strada, quattro ore di viaggio che mi hanno portato da una megalopoli perfettamente bilingue a un paesino dove neanche in hotel capiscono una parola di inglese.

in giappone ci sono i giapponesi vestiti normali, non hanno la macchina fotografica al collo né la divisa da cuoco.

ci sono giapponesi meccanici, poliziotti, infermiere, tutti giapponesi come i nostri ma solo normali.

e i treni sfrecciano e il sole scalda e la periferia di tokyo sembra un po’ germania e un po’ ammerega.

poi panni stesi, a ogni casa, a ogni balcone, strade minuscole, gambe storte e scarpe troppo grandi.

il treno per izumi è al binario, stanno pulendo e girando i sedili nell’altro senso di marcia.

per strada, andando da una stazione all’altra, siamo state tentate di lasciare le valigie in un angolo e di salire le scale di parchi, cimiteri, templi, di cui si intuiva la presenza per lo spuntare di una statua o di una colonna di pietra.

le maschere sui visi non mi piacciono, vivo con fastidio accanto a qualcuno che voglia mettere un filtro fra sé e gli altri, nella sala d’aspetto ce ne erano molte, troppe per i miei gusti.

istintivamente parlo tedesco coi signori della biglietteria del treno, nel mio cervello si compie l’equazione “non capisco, allora sono in germania”

vedo sfrecciare ai lati dei binari i pomeriggi della mia infanzia, la nutella, sampei e l’insegna di marrabbio.

l’albergo è sul mare, il mare si chiama pacifico e in questo momento lo è.
tutto è rotondo, su questo mare, anche la scogliera, anche la linea di riva, anche il piccolo isolotto di fronte alla spiaggia.

sono in un bel posto, bello da respirare e da guardare.

a presto.


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