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In God is our Trust (Thank god they killed Bin Laden)

Creato il 05 maggio 2011 da Mapo
In God is our Trust (Thank god they killed Bin Laden)Obama ha preso Osama. Tradotto: gli americani hanno catturato Bin Laden. Forse, in questi giorni, ne avete sentito parlare. In alternativa vi consiglio di cliccare un link che molti vostri amici, sono certo, avranno condiviso su facebook. Premesso che lo sceicco del terrore, per sicurezza con la faccia spappolata, giace sul fondo degli abissi come una fantomatica Atlantide (il che apre lo scenario a più di un ragionevole dubbio che non viene certo placato da qualche foto del presidente con l'aria corrucciata e da un foglio con scritto che il DNA è il suo), la notizia, lo scrivo sottovoce, mi lascia quasi indifferente.Eppure sono sicuro che ci sarebbe più di un americano pronto a dirmi che io non ho un parente morto a Ground Zero bla bla bla i nosti militari in terra straniera bla bla bla la nostra patria bla bla bla i nostri pompieri bla bla bla il fondamentalismo islamico bla bla bla bruciare il Corano bla bla bla Stars and Stripes bla bla bla. Tutto vero!
Ecco allora che mi viene più facile buttare giù qualche riga immaginando di avere qui, davanti a me, un originale cittadino born in the USA (anche se "made" calzerebbe meglio), seduto dall'altra parte del tavolo che mi guarda con gli occhi piccoli e inespressivi, riconoscibili a stento in un volto lunare. Un obeso americano con la sua T-shirt senza linea taglia hofinitoleX-L, con il cappellino da baseball calcato sulla fronte, i jeans fatti fare su misura dai produttori di vele da barca e un enorme cartone pieno di un cibo grassissimo e imprecisato sepolto da una pioggia di salsa d'acero, Ketchup, maionese. Insomma, la versione stupida di Michael Moore.In God is our Trust (Thank god they killed Bin Laden)Gli chiederei se lui, che si sente sicuramente un fiero rappresentante della società più progredita del mondo, fiore all'occhiello del capitalismo all'occidentale, punta della piramide del progresso che guarda con superiorità alla base su cui si poggia (con tutta la fatica del suo peso); ecco, gli chiederei come si giudica a riguardarsi in TV mentre scende in piazza, per le strade, con il suo macchinone a festeggiare a suon di clacson e bandiere, la morte (di una persona odiosa, di un terrorista, ma comunque la morte). Gli chiederei se, guardando il fondo del suo bicchierone di Coca Cola, non pensa mai di essere un po' preso in giro. Gli chiederei se non si sente parte di una grande vicenda ben lungi dal terminare e che, in ultima analisi, non ha mai compreso in fondo, troppo rimbambito da spot elettorali e da questo patriottismo da megafono. Gli direi anche di essere io, per una volta, mafioso italiano tutto pizza e mandolino, ad essere fiero di essere parte di un Paese tutto scassato in cui si scende in piazza con il tricolore solo per festeggiare la vittoria dei mondiali di calcio.

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