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In libreria "L’Ibisco Viola" di Chimamanda N. Adichie

Creato il 26 marzo 2012 da Alessandraz @RedazioneDiario

In libreria "L’Ibisco Viola" di Chimamanda N. Adichie

Pubblicato da Francesca Rossi Per la prima volta l’autrice nigeriana racconta i cambiamenti sociali e politici del suo Paese attraverso un romanzo, dopo essersi dedicata per molto tempo alla scrittura di racconti. E’ un libro sul postcolonialismo, sull’incontro/scontro tra le tradizioni autoctone e l’arrivo del cattolicesimo e sui rapporti di convivenza che cambiano nel tempo
Titolo: L’Ibisco Viola Autore: Chimamanda N. Adichie Casa editrice: Einaudi Pagine: 200 Prezzo: 11 euro Data di uscita: marzo 2012 Trama Kambili ha quindici anni. Vive a Enugu, in Nigeria, con i genitori e il fratello Jaja. Suo padre Eugene, proprietario dell'unico giornale indipendente del Paese, è agli occhi della comunità un modello di generosità e coraggio politico. In un Paese sull'orlo della guerra civile, conduce una battaglia incessante per la legalità, i diritti civili, la democrazia. Ma, nel chiuso delle mura domestiche, il suo fanatismo cattolico lo trasforma in un padre-padrone che non disdegna la violenza. Cosi Kambili e Jaja crescono in un clima di dolorose contraddizioni fino a che, dopo un colpo di Stato, vanno a vivere dalla zia Ifeoma. E nella nuova casa, tra musica e allegria, i due ragazzi scoprono una vita fatta di indipendenza, amore e libertà. Una rivelazione che cambierà il loro futuro. "L'ibisco viola" racconta le trasformazioni civili e politiche del post colonialismo, ma è anche una storia sulla sottile linea che divide l'adolescenza dall'età adulta, l'amore e l'odio, le vecchie religioni e le nuove, in una prima prova che già unisce talento e saggezza.
L’Ibisco viola è un romanzo di formazione e di contraddizioni. Di formazione perché i protagonisti vivono i cambiamenti esterni, del loro Paese e anche interni, nella loro famiglia. Di contraddizioni poiché vedono il padre, che per loro dovrebbe essere un modello a cui rapportarsi, affrontare la vita in modo del tutto incoerente: fuori le mura domestiche c’è un uomo onesto e coraggioso, dentro un fanatico religioso che non mette in pratica ciò che predica. Il clima familiare che ne risulta è violento e terrorizzante: i membri non possono trasgredire le dure regole imposte dal capofamiglia, se non subendo punizioni violente e non possono nemmeno confidare il loro disagio, vista la stima e l’integrità morale di cui gode questo “padre padrone”. Il punto di rottura, il cambiamento vero e proprio è rappresentato dal trasferimento di Kambili, la voce narrante e Jaja in casa della zia Ifeoma. E’ in questo nuovo clima di spumeggiante allegria e libertà, di affetto incondizionato e vero e di dignità e democrazia, in cui si discute, si ragiona ma non si impone nulla e non si alzano le mani, che i giovani protagonisti impareranno a vivere, a lottare per emanciparsi e a ribellarsi.  Kambili e Jaja, dunque, passano da una tetra vita in bianco e nero ad una luminosa esistenza a colori, che li scuoterà nel profondo svegliandoli dal torpore della costrizione e dei dogmi. Il romanzo, inoltre, si concentra anche sulla vita di una nazione in piena epoca postcoloniali sta e sull’orlo di una guerra civile, in cui la corruzione ed il divario tra ricchi e poveri sono a livelli altissimi e sono, purtroppo, la base su cui sono sorti gli odierni problemi della Nigeria. La religione è il fulcro de L’Ibisco Viola: vengono evidenziate le correnti ortodosse, quelle fondamentaliste, la religiosità popolare autoctona e l’importanza del Cattolicesimo. C’è un netto divario tra la religione e la libertà, il buon senso. Tutto dipende da quanto il sentimento religioso permea l’uomo e la sua cultura e su quale base caratteriale e individuale attecchisce. L’Ibisco Viola che dà il titolo al libro è una pianta coltivata da zia Ifeoma, bellissima ma rara e difficile da coltivare come la libertà e la giustizia.
L'AUTRICE Chimamanda Ngozi Adichie è nata in Nigeria nel 1977. I suoi racconti sono pubblicati su Granta e The New Yorker. L'ibisco viola è il suo primo romanzo. L’autrice è cresciuta nella città universitaria di Nsukka. Là ha completato il primo ciclo di studi, poi proseguiti negli Stati Uniti. Il suo primo romanzo, L'ibisco violaMetà di un sole giallo (Fusi Orari, 2006) ha vinto il Commonwealth Writers' Prize for Best First Book nel 2005, mentre (Einaudi, 2008 e 2010) è risultato finalista al National Book Critics Circle Award 2006 e vincitore dell'Orange Broadband Prize 2007. Adichie è stata definita «la Chinua Achebe del Ventunesimo secolo».

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