Pubblicato da Francesca Rossi
Un romanzo dolceamaro sulla Sicilia, in cui si intrecciano l’amore per una terra splendente e la consapevolezza di trovarsi in un luogo in cui, purtroppo, non sempre la giustizia riesce a trionfare. I colori vivaci della Trinacria si confondono con i suoi sapori, ma anche con i casi irrisolti…
Titolo: Panza e Prisenza Autore: Giuseppina Torregrossa Casa Editrice: Mondadori Collana: Libellule Numero Pagine: 192 Prezzo: 10 euro Data di Uscita: 8 maggio 2012 Trama: Palermo. Un’estate caldissima. E tre poliziotti che più diversi non si potrebbe: il questore Lobianco, severo e forte, Rosario D’Alessandro detto Sasà – amante del cibo e delle donne, affetto da un curioso disturbo della lacrimazione che fa sì che pianga quando si eccita – e Marò Pajno, affascinante e volitiva, relegata in un noioso commissariato di quartiere. I tre sono uniti sin dai primi anni di servizio da un’amicizia più forte di tutto. Tanto che Marò, attratta da entrambi, ha finito per non concedersi a nessuno dei due... Nel medesimo volgere di giorni, Sasà viene incaricato di braccare un boss ricercato da anni e Marò si trova alle prese con un’indagine scottante: chi ha voluto uccidere sulla pubblica piazza uno dei più noti penalisti palermitani? Come se non bastasse, proprio nel momento in cui i due amici avrebbero più bisogno del suo autorevole appoggio, il questore Lobianco sembra preso da altre urgenze. Mentre il caldo avvolge ogni cosa, la barocca festa di Santa Rosalia ricopre le vie della città dei gusci crocchianti dei babbaluci e in riva al mare si levano le preghiere del Ramadan, a Sasà e Marò non resta che ritrovarsi, sera dopo sera, davanti a una tavola imbandita. «Che ti porto?» chiede lui ogni volta, «Panza e prisenza» risponde lei decisa, cioè: solo te stesso e il tuo appetito. Ogni cena una ricetta, preparata da Marò e servita a Sasà in un’atmosfera di speziata ambiguità. Ogni pasto un passo avanti nelle indagini e uno indietro nel gioco di seduzione sempre più pericoloso tra lui e lei, e viceversa... Giuseppina Torregrossa dà forma a un racconto avvolgente, tinto dei colori della sua terra: nerissimo, come il buio che sembra risucchiare inesorabilmente ogni legalità, sin dai gesti più quotidiani, e insieme rosso e profumato come un’arancia succosa. Queste pagine sono un apologo lieve e dolente sull’impossibilità di una giustizia in terra di Sicilia, e al tempo stesso un grande, struggente canto d’amore per quella stessa terra che rinasce ogni giorno dalle proprie ceneri. Come i due protagonisti, che sapranno trovare le risorse per superare una impasse radicale. Perché, in fondo, quel che conta è presentarsi di fronte alla vita con panza e prisenza...
Da siciliana doc Giuseppina Torregrossa tratteggia l’immagine viva, complessa, ma anche sfumata e piena di zone d’ombra della sua bella isola. In “Panza e Prisenza” il giallo si mescola ad una storia d’amore e seduzione per nulla scontata, a suon di ricette e cultura culinaria siciliana. Sullo sfondo la natura multietnica della Sicilia, crocevia di razze e culture amalgamatesi secoli fa. Il mistero che fa da motore della vicenda si infittisce sotto ad una coltre di caldo pesante, quello che autori e viaggiatori hanno descritto nei loro viaggi nel Mediterraneo, che rende pesante qualunque movimento o ragionamento. L’autrice, però, non idealizza minimamente la sua terra; la descrive, invece, con piglio deciso nei suoi pregi e nei suoi difetti. La morale che fa da sfondo al romanzo riguarda la difficoltà di applicare la legge e ottenere giustizia in Sicilia. Torregrossa, però, non fa “di tutta l’erba un fascio”: mostra con chiarezza che l’onestà esiste e deve essere raccontata.
Biografia Nata a Palermo nel 1956 e madre di tre figli, Giuseppina Torregrossa vive tra la Sicilia e Roma. Nel 2007 è uscito il suo primo romanzo, L’assaggiatrice (Rubbettino). Con il monologo teatrale Adele (Borgia Editore) ha vinto nel 2008 il premio Donne e teatro. Per Mondadori ha pubblicato Il conto delle minne (2009) e Manna e miele, ferro e fuoco (2011).