(Giuseppe Torchio racconta in questa lettera un protagonista di quella Democrazia Cristiana che a lungo ha dato molto all’Italia. Un partito assai composito, in cui le persone da ricordare non mancano proprio).
Con la stessa discrezione dimostrata per una vita dedicata al partito – la Democrazia Cristiana – se ne e’ andato il “mitico” cavalier Giuseppe Zanotto, non solo un funzionario in carico a Piazza del Gesu’ ma il motore, importante e indiscusso, in termini agricoli l’infaticabile “Landini” dell’articolazione democristiana nel territorio cremonese.
Proveniente da famiglia veronese di radicata fede cattolica, con fratelli ministri di culto e missionari, onnipresente alla storica sede dello scudo crociato di via Platina e nelle successive, da mane a sera, nei giorni feriali e nei dì di festa, dotato di pazienza certosina e di buonumore riusciva a garantire, magari fino a notte fonda, funzionalita’ ed efficienza alla macchina organizzativa sul territorio, alla presenza degli iscritti, all’articolazione ed al tesseramento, magari tirando discretamente le orecchie ai segretari delle sezioni allora radicate anche nelle più sperdute frazioni.
E poi a verbalizzare con pazienza certosina, certo senza sbadigli per le frequenti battute, la sottile ironia, gli scambi polemici, arguti ed i conflitti talvolta aspri negli interventi, da inserire in dichiarazioni atti e documenti degli organi decisionali. Un percorso che fa parte ormai della storia cremonese del partito di governo, faticoso da gestire perche’ democratico, pluralista, interclassista quindi ricco di sfumature, di correnti, di movimenti, dai giovani alle donne, dai comitati cittadino, circondariali e provinciale quindi un partito ed un potere composito e complesso, ancora generoso e un po’ altruista perche’ allora percorso da forti tratti di gratuita’.
Il partito del dott. Priori che presiedeva gratis l’Ospedale Maggiore quando si decise di farne uno nuovo e più grande, i tempi dei dirigenti che andavano in bicicletta…
Tra i ricordi del fecondo periodo vissuto insieme mi resta, in particolare, quello del movimento giovanile. Il suo aplomb gli permetteva di collegare la spinta vulcanica e talvolta caotica dell’impegno giovanile alla vita più regolare e ordinata di una “guida stabile e sicura” qual’è stata quella democristiana.
Con una sola difficoltà, peraltro momentanea, quando la sede di Cremona fu occupata per diversi giorni contro il commissariamento del movimento giovanile ad opera del segretario Fanfani, magistralmente descritta da un “cronista d’attacco” come Luciano Dacquati.
Zanotto era funzionario di partito ma soprattutto un uomo che capiva la situazione. Non voleva sgridarci per tazebao e striscioni di protesta:
sapeva che era un modo, ante litteram e forse un po’ sessantottino di centro, di gridare la nostra liberta’ e tuttavia doveva essere garantita la funzionalita’ della sede e rassicurare il segretario Giussani che non si stava compiendo nessun attentato alla democrazia.
Un altro momento intenso quello del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro e della sua scorta, un passaggio temporale intenso e tragico, emotivamente in grado di scuotere le vene ed i polsi di un uomo di fede democristiana come Zanotto.
Con il segretario Piccioni, Bonetti, Cocchetti e tanti altri organizzo’ una mobilitazione generale della citta’ con una partecipazione impressionante, ricca di forte indignazione democratica e di grande tensione positiva.
Per giungere agli anni dello scioglimento della Democrazia Cristiana, un evento sofferto silenziosamente dal cavaliere fino al travaglio della nascita del Partito Popolare prima e della Margherita poi, quindi al declino di quel ruolo decisivo e centrale dei cattolici democratici nella vita del Paese ed alla sofferta “diaspora” della presenza democristiana.
Ricordare Zanotto più’ che un dovere e’ un vero piacere per l’onesta’ e lo spirito di servizio ovunque e comunque che ha caratterizzato una persona semplice e sempre disponibile.
Grazie Cavaliere a nome dei tanti a cui hai saputo dare forza e coraggio e che non dimenticheranno mai la Tua testimonianza di galantuono d’altri tempi!
Giuseppe Torchio
Cremona, S. Natale 2012