
il 25 aprile non c’è niente da festeggiare.si vuole che quel giorno l’Italia- in quanto nazione, istituzione politica e regione geografica- si sia liberata dal cancro fascista. ma, purtroppo, così non è stato, e la cosa ci viene sbattuta in faccia ogni singolo giorno, su ogni singolo giornale, su ogni rete televisiva, sulle facce della gente che dice di rappresentarci. il fascismo non è solo ideologia politica, il fascismo è una malattia che coniuga ignoranza, volgarità, cinismo, omertà e non è affatto stata debellata. per questo il 25 aprile resta una vittoria di Pirro. per il bene dell’unità nazionale si decise di re-integrare quadri, funzionari, impiegati e quant’altro- che, fino a pochissimo tempo prima, avevano la tessera del PNF- nei loro ranghi: tutto era tornato come prima, soltanto il nome (o il vestito) era cambiato. a voler rimarcare il concetto ci pensò anche il decreto del presidente della Repubblica Luigi Einaudi che, il 19 dicembre 1953, emanò la ‘concessione di amnistia e indulto’, nel quale, fra l’altro, vengono amnistiati i colpevoli di reati militari commessi dall’8 settembre 1943 al 15 aprile 1946, mettendo sullo stesso piatto della bilancia partigiani e Brigate Nere: dopo aver letto questo, chi vuole intendere, intenda…per una nazione nata da un indebito e meschino atto di guerra (con il quale il Regno di Sardegna invase il Regno delle Due Sicilie), una nazione che ha conosciuto il colonialismo sul suo stesso suolo (basti guardare ai suoi effetti, ancora oggi, sul cosiddetto Mezzogiorno), e poi il totalitarismo (che, a ciclo continuo e con metodi sempre uguali, ritorna anche nell’Italia repubblicana) e che ora vive il nulla, attendendosi chissà cosa, è bene ricordarsi che la Storia è la Storia dei vincitori. a noialtri non resta che ricordare.