Riparto dal concetto che ha espresso Pacci (al secolo Pasquale Acampora) nell’ultimo post: quando parliamo di allenamento mentale la parola chiave è allenamento!
Eh sì, anche qui si tratta di allenarsi! Altrimenti lo avremmo chiamato “miracolo” mentale. Quello che purtroppo molte persone non capiscono (e qui mi riferisco anche ad alcune esternazioni interessanti che ho letto qualche giorno fa sul web e su alcuni quotidiani) è che ogni abilità, per diventare automatica, deve essere provata, riprovata, riprovata, riprovata… tante e tante volte, finché non diventa automatica.
Così come ci sono tecnici bravi, ce ne sono anche scarsi; così come ci sono preparatori fisici bravi, ce ne sono anche scarsi… così come ci sono mental coach bravi, ce ne sono anche scarsi. Ma è scientificamente dimostrato che l’allenamento mentale funziona… tanto!!! Secondo una ricerca condotta dalla British Psycological Society (Concentration Skills Training in Sport - Greenlees e Moran) infatti l'allenamento mentale (fatto in modo professionale) può aumentare i risultati delle performance sportive di oltre il 50%.
Ok, quindi? Di che cosa si tratta? Cosa facciamo concretamente noi mental coach con gli atleti?
Innanzitutto quando veniamo contattati la prima cosa che facciamo è stabilire gli obiettivi: “Dove vuoi andare? Cosa vuoi?” sono le prime domande che chiedo.
Dopo aver compreso gli obiettivi (che in genere, parlando di atleti, sono legati al miglioramento della performance, alla gestione dello stress, al perfezionamento di un gesto tecnico, al superamento di alcuni blocchi che si sono creati per qualche particolare ragione, ecc.), analizziamo i punti di forza e ciò che eventualmente impedisce allo sportivo di esprimere il suo massimo potenziale (può trattarsi di paure, insicurezza, mancanza di convinzione, perdita di concentrazione, stress, ecc.).
A questo punto costruiamo insieme a lui il percorso di allenamento mentale più adatto in base agli obiettivi e ai tempi che abbiamo scelto (se vuoi sapere come, puoi trovare alcuni spunti nelle FAQ)… già, proprio come farebbe un buon preparatore atletico per aiutare il suo sportivo ad esprimere il meglio di sé fisicamente, o così come farebbe un bravo tecnico per farlo competere nel migliore dei modi.
Dopo ogni sessione il nostro atleta riceverà dei compiti a casa o in palestra (la parte dell’allenamento, ricordi? :-)) in modo da iniziare a costruire delle abitudini di pensiero e comportamento che gli saranno estremamente utili (e automatiche) in gara.
Tutto ciò per dire che il nostro lavoro è estremamente pratico e si basa sui risultati. Sappiamo bene che nello sport non conta l’intenzione o la filosofia, conta il risultato! E noi vogliamo essere catalizzatori di risultati (e possibilmente vincitori di medaglie ;-)).
Alla prossima.
Di Alessandro Mora