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In Prima Fila, Cult: “Il Generale Della Rovere” (1959)

Creato il 18 agosto 2013 da Candidonews @Candidonews

In Prima Fila, Cult: “Il Generale Della Rovere” (1959)In Prima Fila, Cult: “Il Generale Della Rovere” (1959)

Il Generale Della Rovere, drammatico, 1959

Un film di Roberto Rossellini. Con Vittorio De Sica, Sandra Milo, Vittorio Caprioli, Hannes Messemer, Giovanna Ralli.

Genova, anno 1944. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale e la città fa parte della Repubblica nazifascista di Salò. E’ qui che vive Emanuele Bardone (Vittorio De Sica), un anziano truffatore, il quale, per mantenere la sua amante e continuare a scommettere al gioco, millanta di avere conoscenze tra i gerarchi nazifascisti. Con questo espediente estorce denaro e preziosi a numerosi familiari di detenuti politici, promettendo di ‘ungere’ i canali giusti per risolvere favorevolmente i loro casi.

L’inganno ingnobile finisce quando una donna, che lo aveva contattato per avere notizie del marito, viene a conoscenza che quest’ultimo è già stato fucilato e quindi decide di denunciarlo.

In Prima Fila, Cult: “Il Generale Della Rovere” (1959)

Per ‘salvarsi’ da pene pesanti il truffatore accetta di collaborare con il colonnello tedesco Muller, conosciuto tempo prima.  Assume allora l’identità del generale Giovanni Braccioforte della Rovere, un ufficiale ucciso per errore dai soldati tedeschi. Viene rinchiuso a Milano, nella sezione di San Vittore dedicata ai prigionieri politici, con l’incarico di carpire informazioni e scoprire la vera identità di “Fabrizio”, il capo della Resistenza , ancora sconosciuta alla Gestapo.

La realtà carceraria e le atrocità viste durante il periodo di detenzione provocano un pentimento del ‘falso’ Della Rovere, il quale ,pur venendo in seguito a conoscenza della identità del capo della Resistenza, si riscatta rinunciando alla libertà e ad un premio in denaro , preferendo morire fucilato assieme agli altri detenuti politici.

In Prima Fila, Cult: “Il Generale Della Rovere” (1959)

Tratta da un libro di Indro Montanelli, diretta da Roberto Rossellini e sceneggiata dallo stesso Montanelli assieme a Sergio Amidei e Diego Fabbri, la pellicola, seppure sullo sfondo, fornisce un ritratto appropriato di uno dei periodi storici più difficili del nostro Paese. Tra l’8 settembre 1943 ed il 25 aprile 1945 l’Italia fu letteralmente divisa in due ed il Nord restò prigioniero del gioco nazifascista per oltre un anno e mezzo, tra vendette, paure, arresti sommari e stragi. Inutile sottolineare la bravura di Vittorio De Sica.

Il film, che scatenò le ire della destra ed il plauso di moderati e sinistra, venne premiato con il Leone d’oro, a ex aequo con La grande guerra di Mario Monicelli .

Voto:

cinque stelle su cinque

*5/5*


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