Soave è uno di quei luoghi che, secondo me, andrebbero raccontati e visitati un po' di più.
Il castello svetta sulla campagna circostante, mostrandosi a chiunque passi di lì in qualsiasi modo possibile. È ben visibile, infatti, sia dall'autostrada, che dalla ferrovia che dalle stradi statali circostanti Soave. Dentro le mura il paese è piccolo e ben girabile a piedi. Non vi racconterò di quello o di quest'altro palazzo, ma della semplicità di un luogo vissuto con calma nella sua quotidianità. Qui è possibile fermarsi nei bar per un buon bicchiere di bianco locale prima di inerpicarsi verso il castello che ha una, dieci, mille storie da raccontare.
La costruzione della fortificazione, dovuta agli Scaligeri, risale al XII Secolo, epoca di grandi lotte in tutta la penisola e soprattutto in questa zona del Veneto dove gli scontri tra famiglie nobili erano all'ordine del giorno. Il castello di Soave fu la residenza di Can Grande della Scala che ospitò tra queste mura anche Dante Alighieri il quale, proprio a Soave, scrisse un pezzo della Divina Commedia. Il castello dà il suo meglio con la luce del mattino, quando il sole lo illumina con tutta la sua potenza, ma anche un tramonto ammirato dalla sua altura non è male. Solitamente, per motivi di temperatura e forte umidità, il castello è chiuso da fine dicembre fino alla metà di febbraio.
Un fine settimana in questa zona del veronese può essere l'occasione giusta per mettere assieme un po' di storia, arte e tanta buona cucina e vino eccellente . La zona di Soave è conosciuta per la produzione di grandi vini bianchi ottenuti da uva Garganega, la vera e propria regina della zona, e da Trebbiano di Soave. La corona del re dei gusti di questa zona va senz'altro al Recioto di Soave DOCG, un vino dal colore giallo intenso con un gusto capace di conquistare ogni palato.
Se non siete amanti di vino e cibo, Soave e i suoi dintorni offrono una gran bella serie di passeggiate tra colline strabordanti di vigne, e i Monti Lessini, che fanno da contorno a tutta la zona. I Lessini sono una catena montuosa divisa a metà tra la provincia di Verona e quella di Vicenza e furono una delle zone di insediamento dei Cimbri, una popolazione di origine nordica (c'è chi dice fossero celti ma è più probabile che provenissero dalle pianure della Danimarca) che occupò una parte del Veneto in tempi antichi, rimanendo saldi sul territorio fino all'inizio del 1400.
Percorrendo la strada che da Soave vi porta a Bosco Chiesanuova avrete la possibilità di osservare una delle zone in cui vissero i Cimbri e dove la toponomastica ancora risente di una lingua antica e molto diversa dall'italiano.
La zona è sicuramente interessante sotto molti punti di vista. Non resta che esplorarla, gustarla e appassionarsene.