[Traduzione di Francesco D’Eugenio da: In Russia, Threats to a French Warship Deal | Stratfor]
Riassunto
Un’opposizione crescente a Mosca all’accordo per l’acquisto di navi d’assalto anfibio dalla Francia potrebbe impedire alla Russia di rafforzare la sua apatica industria navale. Le navi di classe Mistral risolverebbero certi limiti dell’esercito russo e fornirebbero l’esperienza e la tecnologia necessarie per la costruzione di grandi navi militari, ma il progetto ha di fronte grandi ostacoli.
Esso potrebbe venire ridimensionato dalla lotta per il potere all’interno del Cremlino, mentre sembra esigua nella migliore delle ipotesi la disponibilità di fondi per il progetto come parte dei piani di modernizzazione delle forze armate del paese. Inoltre, la crescente ostilità all’accordo sulla Mistral evidenzia la consapevolezza di Mosca che essa dovrebbe cercare di schierare le forze che può permettersi e di cui realisticamente necessita — non quelle che invece schiererebbe se non fosse soggetta a incombenti vincoli nel futuro.
Analisi
Dopo anni di negoziati, Parigi e Mosca hanno firmato a giugno 2011 un contratto per 1,7 miliardi di dollari per due navi d’assalto anfibio di classe Mistral da costruirsi in Francia. L’accordo include l’opzione per due ulteriori navi da costruirsi più tardi in Russia. Le forze russe non dispongono di una nave analoga alla Mistral, che incrementerebbe significativamente la capacità russa di condurre operazioni anfibiefornendo una piattaforma con capacità aeromobili e di sbarco integrate. Con i suoi 850 mq di spazio di comando con rete dati centralizzata la nave può anche servire da centro di comando per una flotta anfibia.
Le dispute sull’accordo Mistral non sono una novità. Certi ufficiali russi ritengono che il progetto per la nave da guerra abbia dirottato fondi necessari alla costruzione nazionale di sottomarini e imbarcazioni di superficie più piccoli. Tuttavia, una lotta per il potere in corso nel Ministero della Difesa Russoha creato un’opportunità per quelli che si oppongono ai progetti come quello della Mistral, per cercare di fermarli. Nelle ultime settimane, per esempio, fonti anonime hanno dichiarato ai media che il Ministero della Difesa sta ripensando il progetto Mistral. Il 24 gennaio, Ivan Kharchenko, il vice capo della Commissione Militare-Industriale Russa, ha definito l’accordo assurdo, aggiungendo che avrebbe inflitto pesanti danni allo stato e all’industria navale russa. Kharchenko ha anche accusato il precedente Ministro della Difesa Anatoly Serdyukov di aver commesso gravi errori nella valutazione del progetto.
La costruzione delle prime due Mistral continuerà (la Russia andrebbe incontro a pesanti multe qualora rescindesse dall’accordo), ma la probabilità che altre due navi vengano costruite in Russa sembra sempre più bassa. Mosca ha già rimandato la loro costruzione al 2016, prendendo tempo per la cancellazione dell’accordo.
Difficoltà dell’industria navale russa
I Russi non hanno costruito una singola grande nave militare in più di 20 anni. Il riadattamento della portaerei indiana INS Vikramaditya, attualmente in opera nel cantiere della città russa di Severodvinsk, è stato soggetto a ripetuti ritardi e ostacoli, evidenziando il declino delle capacità russe di costruire grandi imbarcazioni militari. E mentre la Marina Russa annuncia regolarmente le sue intenzioni per la costruzione di nuove portaerei (essa ne dispone al momento di una sola, di epoca sovietica), piani concreti devono ancora vedere la luce; è estremamente improbabile che i Russi costruiscano una portaerei entro la fine del decennio. Oltre ad incrementare le capacità militari della Russa, l’accordo sulla Mistral — specialmente nella sua seconda fase — potrebbe migliorare la sua industria navale in difficoltà. Oltre alla tecnologia che i Russi otterranno con la consegna dei primi due vascelli, la costruzione delle due Mistral opzionali nei Cantieri dell’Ammiragliato a San Pietroburgo darebbe alla Russia un’esperienza diretta nella costruzione di navi di grandi dimensioni. Per gestire il progetto verrebbero costruiti sull’isola di Kotlin dei nuovi cantieri, che potrebbero poi essere usati in seguito per la costruzione di altre grandi navi — per esempio quelle finanziate dal Programma di Armamento dello Stato 2020 della Russia, il piano di modernizzazione militare nazionale per il decennio in corso, in cui Mosca ha destinato ben 132 miliardi di dollari per oltre 10 anni di costruzioni navali.
Limiti per la modernizzazione
Tuttavia, come dimostrato dall’opposizione all’accordo sulla Mistral, il piano nazionale per ristrutturare la marina dovrà affrontare grandi sfide. La decisione di destinare ingenti somme per il settore della difesa non è stata indiscussa. Tra le altre lotte di potere nel Cremlino, il Ministro delle Finanze Russo Alexei Kudrin è stato silurato nel settembre 2011 dopo essersi opposto all’aumento degli stanziamenti. Il piano di modernizzazione ha già dimostrato di poter andare incontro a cambiamenti, e certi suoi aspetti cambieranno ancora per andare incontro a necessità future.
Inoltre, sebbene 13,2 miliardi di dollari annuali in stanziamenti per la costruzione navale siano una cifra ragguardevole, l’intera flotta russa ha disperato bisogno di ammodernamenti. Pertanto, anche qualora i fondi venissero interamente allocati, la parte maggiore andrebbe alla costruzione di sottomarini, in particolare quelli costosi di classe Borei e Yasen. La Russia vorrebbe anche rafforzare e modernizzare il suo arsenale nucleare, un compito che avrebbe la precedenza sull’acquisizione di nuove capacità anfibie. E’ inoltre improbabile che Mosca sospenda il finanziamento alle fregate di classe Grigorovich e Gorshkov, la cui produzione è andata finora bene.
L’opposizione verso l’accordo Mistral segnala in parte la presa d’atto da parte della Russia che essa dovrà affrontare scelte difficili riguardo la struttura delle forze di cui avrà bisogno. I dirigenti della difesa notoriamente annunciano piani per le forze armate che la Russia vorrebbe avere, invece che per quelle che potrebbe mantenere. Il rifiuto di Mosca di abbandonare la sua dottrina del milione di uomini illustra particolarmente bene questo aspetto. Con un numero crescente di sistemi d’arma in dismissione, gli andamenti demografico ed economico che si fanno sentire sempre di più in ambito militare, e mentre il bisogno di ricapitalizzare l’industria militare aumenta, la discussione russa sui costi della difesa rifletterà sempre più ciò che sarà possibile nei fatti.