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In Siria una fatwa di uno sheikh autorizza a stuprare donne non sunnite e cristiane

Creato il 04 aprile 2013 da Iljester

0Ormai ci stiamo abituando a questo genere di notizie. Il fatto è che invece non dovremmo mai abituarci, vuoi perché sono esempi di bestialità umana indicibile, vuoi perché vanno contro i più elementari diritti degli esseri umani in generale e delle donne in particolare.

Ebbene, secondo uno sheikh salafita di origne giordana, un tal Yasir Al-Ajlawni (da 17 anni residente in Siria), è lecito per gli oppositori del regime di Bashar al-Assad stuprare “qualunque donna siriana non sunnita”. Nel suo editto religioso egli sostiene che, in base ai precetti dell’Islam, è lecito “catturare e avere rapporti sessuali” in particolare con donne della setta alawita (la stessa di Assad) o cristiane, ma in generale con qualsiasi donna non sunnita.

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Ecco, che bella civiltà e che bel rispetto dei diritti umani. Ma questo signore non è l’unico e non è la prima volta che viene giustificata una violenza sulle donne nel nome della religione e/o di una guerra. Nel 2012, il predicatore saudita Muhammad al-Arifi aveva invitato i “jihadisti” a “contrarre un matrimonio a tempo” con le prigioniere siriane, “affinché potessero giacere con loro a turno”. Praticamente una vera e propria istigazione allo stupro di branco.

In ogni caso, l’assurdità allucinante di questa condotta sta nella giustificazione pseudo-religiosa. Le donne per le quali si fosse autorizzato lo stupro sono da considerare come “melk al-yamin”, ovvero schiave di fede non musulmana, come descritte dal Corano. Delle le quali – a questo punto – il padrone può farne ciò che vuole.

Del resto, a suo tempo, l’egiziano Ishaq Huwaini invitava i soldati a condurre le “prigioniere di guerra” presso un “mercato degli schiavi, dove si vendono le concubine” (definite anche come “cio’ che la vostra mano destra possiede”). Poiché il rapporto sessuale è legittimo (e dunque non è peccato) se la donna è acquistata con un regolare contratto. Affermava infatti l’egiziano:

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Quando voglio una schiava sessuale, vado al mercato, scelgo quella che mi piace e me la compro.

E siamo nel ventunesimo secolo. E molta di questa gente con le sue convinzioni tribali, con la sua assurda considerazione della donna come una schiava o addirittura un oggetto del piacere sessuale da comprare al mercato, la stiamo pure importando nel nostro paese. C’è solo da rabbrividere!

Fonte: Adnkronos


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