E’ durata l’arco di una notte ed è finita con un altro bagno di sangue la tregua a Kiev annunciata ieri sera dal presidente Viktor Ianukovich. La capitale ucraina questa mattina è ripiombata nel caos, il palazzo che ospita il governo e il parlamento sono stati evacuati e dalla ripresa degli scontri il nuovo bilancio potrebbe essere già di 36 morti, oltre ai 28 di ieri.
Le proteste violente in Ucraina (worldnews.nbcnews.com)
La protesta in Ucraina era iniziata come ‘europeista’. Adesso, a distanza di tre mesi da quei giorni di fine novembre in cui migliaia di persone scesero in piazza contro la decisione del presidente Ianukovich di congelare un accordo di associazione con l’Ue, si è trasformata in qualcosa di diverso. Il nome della manifestazione ufficialmente è rimasto lo stesso, EuroMaidan, ma l’obiettivo principale delle migliaia di dimostranti che stanno sfidando il potere e la polizia è un altro: cacciare Ianukovich e il suo “regime”. E in questo momento per molti l’Unione europea non è una priorità. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: le violenze gratuite delle forze speciali ‘Berkut’ contro chi manifestava pacificamente, le “liberticide” leggi anti-protesta, e infine gli scontri di fine gennaio e quelli degli ultimi giorni tra polizia e insorti, dove hanno perso la vita decine di persone (tra cui anche dieci agenti).
In piazza Maidan e nel vicino viale Khreshatik, la zona del centro di Kiev occupata dagli insorti, i mattoni dei marciapiedi continuano a essere divelti dai manifestanti e poi spezzati in due o tre parti, diventando dei perfetti strumenti di guerra contro i poliziotti che continuano a premere sulle barricate del ‘fortino’ di Maidan. Tra quelli che lavorano a questa sorta di catena di montaggio c’è Anastasia, 32 anni, di Kiev. “Siamo qui per rivoltare il Paese – dice -, vogliamo un’Ucraina libera da mafiosi come Ianukovich. Per ora stiamo combattendo per questo, non per l’Unione europea, la questione dell’integrazione europea la si vedrà dopo”. A essere invece a favore “non solo dell’accordo d’associazione con l’Ue ma anche dell’ingresso nell’Ue” è Oleg, 41 anni, di Rivne, una città dell’Ucraina occidentale, baluardo elettorale dell’opposizione. Oleg indossa un caschetto arancione da operaio e ha in mano un lungo bastone appuntito: è pronto alla lotta, anche se il suo sguardo è tutt’altro che aggressivo. “Sono venuto qui da solo – dice – non faccio parte di nessun gruppo”. Per lui l’Ue significa “leggi certe e rispettate, meno corruzione e un Paese migliore, senza Ianukovich”.
Galina, 61 anni, un’insegnante d’arte in pensione, stringe in pugno la bandiera di un gruppo nazionalista, eppure anche lei si dice a favore dell’Ue: “I pensionati europei – sostiene – possono viaggiare per il mondo, io invece posso solo pagare le bollette e per vivere devono aiutarmi i miei figli. Ma non è solo questione di denaro – prosegue – voglio anche vivere in un Paese migliore, senza banditi. Un Paese migliore per i miei figli e i miei nipoti. E se dobbiamo combattere, combatteremo”.
Il palazzo dei sindacati (uno degli edifici occupati dai dimostranti), completamente annerito, continua a fumare: è andato in fiamme nella notte, durante i combattimenti. Sotto, sulle barricate, c’è Pavlo, 28 anni, di Uzhgorod, nell’estremo occidente ucraino. “Sono qui per combattere il regime di Ianukovich – taglia corto -, non sono né a favore dell’Ue né contro: per ora non mi interessa”.
Sono iniziati gli incontri a Kiev tra Ianukovich, premier ucraino, ed i ministri degli Esteri tedesco, polacco e francese. Si dovrà aspettare comunque l’esito del summit del pomeriggio a Bruxelles per sapere il prossimo passo dell’Ue. Con il crescendo delle violenze, però, la posizione del presidente diventa di ora in ora più delicata, anche alla luce della presa di posizione della Nato: ”Invito fortemente il governo ucraino ad astenersi da ulteriore violenza. Se i militari interverranno contro l’opposizione, i legami con la Nato saranno seriamente danneggiati”, ha detto durante la notte il segretario generale dell’Allenaza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen. (ansa.it)