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In viaggio

Creato il 11 marzo 2010 da Pamirilla
In viaggio
Inutile stare e ribadire che per me vita e viaggio si corrispondono esattamente. Vedo la vita come un viaggio e ogni viaggio è come un concentrato di vita, accelerazione, essenza. Quando le domande sono troppe, vado a cercare le risposte e, invece che aspettarle chissà quanto a lungo, mi metto in cammino e viaggio.
Mai quanto in questo periodo mi sembra di viaggiare, in tutte le forme che conosco. E così anche nel modo più normale, come fanno tutti: carichi i bagagli in macchina, fai benzina e vai.
Paura. Perché a me viaggiare in macchina da sola e per molte ore, lunghe distanze, ha sempre spaventato e poi le previsioni del tempo sono vicine alla catastrofe. Io, se sono in macchina e piove, mi vengono le crisi di panico.
Prevedono anche neve. Panico.
Raffiche di vento forte. Panico.
Freddo. Il freddo mi scoccia ma panico no.
Dunque parto e cerco di controllare paura e panico. Anni di meditazione zen non saranno stati spesi in vano. Respiro profondo. Vedi, è facile. Insomma….altro respiro profondo. Vedi? È facile. Sto per convincermene quando la visibilità si fa pari a zero, mi ritrovo in un turbine di acqua e buche nell’asfalto. Respiro profondo. Se piango, penso, mi si sporcheranno gli occhiali e vedrò ancor meno. Per questo resisto. Per non sporcare gli occhiali, resisto. Poi smette di piovere e da lì il viaggio è tranquillo.
Proseguo. Mi fermo. Riparto. Mi perdo. Mi ritrovo. Perdermi non mi crea troppo scompiglio. Mi perdo sempre. E poi mi ritrovo. Se percorri una strada da nord a sud e poi torni sui tuoi passi da sud a nord, sembra completamente diversa. E se poi devi tornare indietro di nuovo e poi magari un altro volta, beh, certo che hai perso parecchio tempo, ma alla fine hai visto le cose da tutti i punti di vista possibili: geografici e psicologici per non parlare delle variazioni umorali in scala crescente: contenuto buon umore fino alla prima inversione a U, perplesso, alla seconda, sfiduciato, alla terza, e all’ultima, azzardata inversione, sgruuuugnt!!!!! Insomma viaggiare comporta ricchezza di emozioni. Agli ultimi 3 km cedo e mi faccio venire a prendere, là in mezzo alla campagna piatta e sotto il cielo pesante di grigio e pioggia, ho esaurito tutte le energie.
La serata tra amici rinfranca. La cena calda, le chiacchiere, le risate…..quelle cose che piacciono a tutti.
Il giorno dopo piove. Piove tutto il giorno. Come le parole, la tristezza, la consapevolezza che quello che non mi piace succederà lo stesso e che per rinascere bisogna necessariamente morire. Fa freddo.
E poi invece segue una giornata piena di sole e azzurro. L’ansia si scioglie lentamente come la neve sui bordi della strada. Il sole scalda la fiducia in me stessa. Mi perdo proprio dopo che le avevo azzeccate tutte e questa era la più facile. Ma poco male. Gli incontri di oggi sono molto positivi. Hanno qualcosa di lieve, niente stomaco, niente tinte forti ma poi lasciano il sapore a lungo. E fiducia.
Dopo torna la neve, ancora guidare. Paura, apprensione e, stavolta nella stessa giornata, il sole e l’azzurro ma, a sorpresa e nonostante il sole, mi coglie una tristezza sconcertante, mi assalgono malinconia e desideri scomposti. Gli incontri di oggi……gli incontri oggi non ci sono. Cerco l’incontro e trovo la solitudine. Quella maligna e un po’ beffarda, quella che sghignazza tra raggi di sole. La scaccio e ci riesco per poco, poi torna. Mi rimetto in cammino, riparto e dopo poche curve ritrovo il freddo, la neve, il grigio e la paura. Ho appena scoperto che il destino non esiste e che dovrò fare tutto da sola.
Penso “vado via, me ne vado”. Ma la verità è che sto già andando via, sono in viaggio, sono diretta altrove e mi rendo conto che non c’è altro da fare che andare avanti. Esiste solo avanti. Ma esiste anche fermarsi per un po’ e riprendere fiato. Sono stanca, ho bisogno di dormire. Trovo subito parcheggio, subito aiuto, subito un tetto e un letto e subito un improvviso coraggio e allora, mi dico, il destino non esiste ma la Divina Provvidenza forse si.
Il giorno seguente è il più speciale perché è il più misterioso. Quello che sembrava difficilissimo e impossibile diventa facile. Quello che sembrava farmi impazzire mi dà pace. Quello che sembrava farmi schiantare il cuore invece lo carezza dolcemente. Ne prendo solo un sorso, di questo mattino misterioso, sotto il cielo ancora grigio, ancora pesante, c’è più sole che nel sole stesso.
Quando, per l’ultima volta, mi infilo nella tormenta di neve, questa è la più lunga e la più seria di questi giorni.
Mi ricordo che dovrei aver paura perciò ne tiro fuori un po’, una quantità controllabile, utile a mantenere l’attenzione, a mantenere la mente salda, che non vada a cercar di capire misteri e vagolare distratta nella fantasia. E quando finalmente sono quasi arrivata, a pochi minuti da casa, sbaglio, ancora, strada. Stavolta impreco, contro la mia dabbenaggine.
A casa apro la valigia piena di vestiti e biancheria sporca, metto sommariamente ordine nelle carte, ammucchio gli appunti. Socchiudo gli occhi per ascoltare meglio il tepore di casa. Mi conforto con cibo e bevande calde.
Il gatto che mi ronfa in grembo, la tazza di the che fuma, e solo un brivido velocissimo, appena impercettibile, una vocina che mi dice : “benvenuta, il viaggio è appena cominciato”.

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