Inarcando la schiena - domino d'onde - lasagne verdi con ragu' di manzo, melanzane e zucchine dell'orto

Da Saporidivini
Si allunga. Si offreinarcando la schiena. Avvolgendo, travolgendo. Poi si ritrae senza ripensamenti, inghiottendo rumorosamente il suo domino d’ onde. Ripetendo roboante il suo verso, sospinto ed inseguito dal fiato eccitato di un vento affamato, che spettinacapelli evestiti, che disegna fitte trame di pelle d’oca sulle gambe abbronzate dal sole.
Paradossalmente per il mese di luglio, ci raggomitoliamo sui nostri lettini rincalzando gli orli dello stesso pensiero che rimbalza all’unisono dalle mie labbra a quelle di Luca, ma che freddo, che freddo che fa con questo vento che si posa addosso con l’impudenza di un cubetto di ghiaccio fatto scivolare per gioco lungo la schiena. Il mare si fa grosso e terroso, sale cavernosa la sua voce dal fondo, ovattando gli altri rumori e rendendoli lontani come se fuoriuscissero dalla fessura di un sogno. Il mare di oggi è sfollato. Nessuno che osi lasciarsi lambire le cosce ed i fianchi dall’irruenza del suo abbraccio tumultuoso. Soltanto al largo, vele colorate controllate da bicipiti scolpiti, solcano solide creste aprendole dritte nel centro e seguendo liquide ed inquiete traiettorie. 
L’ombrellone che disegna un cono d’ombra sopra alle nostre teste, lascia filtrare pallide strisce di sole e sobbalza convulsamente emettendo un suono che mi fa spontaneamente pensare ad un frenetico sbattere d’ali.Scivoliamo orizzontali dentro questa sorprendente frescura, felici di non essere intrappolati sotto al cielo di Bologna, ad annaspare nella condensa del suo caldo oleoso.
Alice Ginevra ciabattando in diagonale lungo la spiaggia ci viene incontro. “Finalmente ritorna all’ovile” dice Luca, che per tutto il tempo seppure da lontano non l’aveva persa di vista. La osserviamo mentre si muove tra gli ombrelloni. Con la sicurezza di chi possiede un invidiabile senso dell’orientamento solleva una manina a mo’ di saluto, corredando il gesto gentile con un sorriso di quelli che le vengono bene. Di quelli che dagli occhi rotolano fuori e si posano sulle guance e sulle labbra. Al solito, il costuminoè talmente inzaccherato di acqua e di sabbia, di una miscela di fango da essere irriconoscibile. La mutandina lilla di stamattina si è trasformata in un ammasso grigiastro ed informe, segno evidente del fatto che quantomeno si è divertita. Ribaltiamo il momentaneo senso di rassegnazione illuminandolo con la fiera constatazione che la nostra Pupattola è una bimba felicemente vivace. E felicemente scalciante mentre papà la solleva di peso da terra e la porta di filato sotto al getto deciso e mondante della doccia. E le sue proteste sono solo la testa e la coda dell’ennesimo gioco. “Vola vola la mia principessa” legrida Luca, facendole il solletico e sollevandola ancora più in alto. Orgogliosa del suo aspetto fresco e pulito mi mostra al ritorno ogni quasi centimetro di pelle, con fare da chi ci sa fare. Sgorgano sinceri i miei complimenti, lei non paga pretende anche un applauso, mimandone il gesto. Fa seguire un inchino che ci spiazza e ci fa chiedere dove l’abbia imparato.
Dritta come un cero, avvolta nella morbida spugna dell’accappatoio,rimane qualche attimo ad osservare l’inquietudine del mare con il suo andirivieni di onde, poi soffia il muà di un bacio all’indirizzo della sorellina sonnecchiante e si addormenta anche lei, fedele al suo rilassante rito pomeridiano. Il silenzio che si è fatto sembra per un attimo coprire persino il mugghìo del mare. Il bagnino scruta l’orizzonte attraversato dal volo rapido dei gabbiani. Tira in barca i remi, lo sguardo che si perde lontano tra il tutto ed il nulla.
Ai piedi del lettino tirano il fiato piccoli sandali rosa che disegnano merletti d’ombra. Tirano fiato il secchiello e la paletta che per ore hanno scavato e si sono lasciati riempire. E sul fondo della tazzina del caffè c’è un sorriso astratto incendiato di solari abbagli.


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La ricetta che proponiamo oggi è di quelle tutt'altro che light e che richiedono una certa dose di coraggio, considerando che bisogna accendere il forno e con  le temperature che si registrano ultimamente è un po' una follia...ma cosa sarebbe la vita senza follia? Aggiungiamo anche il fatto che le lasagne al forno sono il piatto preferito di Alice Ginevra e per lei, si fa questo ed altro!
LASAGNE VERDI CON RAGU' DI MANZO, MELANZANE E ZUCCHINE DELL'ORTO
Ingredienti:
 Per la pasta:
120 gr di farina di grano tenero90 gr di farina di semola1 uovo50 gr circa di spinaci lessati e strizzati1 pizzico di sale Per la besciamella:

700 ml di latte fresco100 gr di burrofarina q.b. (non la peso mai, mi regolo ad occhio)sale e pepe1 pizzico di noce moscata grattugiata

Per il ragù:
500 gr di macinato di manzo1 melanzana rotonda freschissima dell'orto1 grossa zucchina freschissima dell'orto1 cipolla1 costa di sedano1 carota3 foglioline di basilico1 litro di passata di pomodoro1/2 bicchiere di vino biancoolio extravergine d'olivasale e pepe

Anzitutto prepariamo la sfoglia, mescolando farina, uova e spinaci, aggiungiamo il pizzico di sale e impastiamo lavorando l'impasto fino a che risulterà omogeneo. Lo avvolgiamo nella pellicola e lo lasciamo riposare in frigorifero. Una volta pronto, tiriamo l'impasto, diviso in panetti, con l'apposita macchinetta della Marcato. Ricaviamo quindi dalle strisce di sfoglia, dei rettangoli più o meno della stessa lunghezza. Li scotteremo successivamente nella pentola, dove avremo messo a bollire l'acqua (opportunamente salata), per circa 1 minuto. Quindi li scoliamo e li teniamo sotto al getto dell'acqua corrente per poi adagiarli su dei canovacci puliti.Il ragù solitamente lo prepariamo il giorno prima. In un tegame capiente insieme ad un filo generoso di olio extravergine facciamo rosolare la cipolla, la carota ed il sedano finemente tritati. Aggiungiamo quindi le melanzane e la zucchina precedentemente tagliate a cubettini. Lasciamo rosolare per qualche minuto ed aggiungiamo infine il macinato di manzo. Con cura lo sgraniamo facendogli prendere colore. Sfumiamo con il vino bianco, il tempo che evapori ed aggiungiamo la passata di pomodoro ed una tazza d'acqua; regoliamo di sale e di pepe. Aggiungiamo le foglie di basilico sminuzzate. Lasciamo sobbollire il ragù per un paio d'ore almeno, a fiamma bassissima.La preparazione della besciamella è semplicissima. Facciamo fondere il burro in un pentolino. Vi aggiungiamo la farina e mescoliamo fino ad ottenere un roux bianco omogeneo e privo di grumi. A parte in un altro tegame scaldiamo il latte senza portarlo a bollore. Versiamo quindi il roux nel tegame contenente il latte e mescoliamo continuamente fino al formarsi della besciamella (la densità dipende dai gusti e dall'uso che se ne vuol fare).Regoliamo di sale e di pepe e completiamo con il pizzico di noce moscata.La composizione della teglia è semplice. Dopo averla imburrata adagiamo sul fondo un cucchiaio di besciamella ed uno di ragù che stendiamo uniformemente. Sarà il letto per il primo strato di sfoglia. Adagiamo i rettangoli di pasta, proseguiamo con la besciamella ed il ragù ed una spolverata di parmigiano reggiano grattugiato, poi di nuovo i rettangoli di pasta e così via fino a completare la teglia.Prima di infornarla vanno aggiunti alcuni riccioli di burro. A forno preriscaldato a 180°, inforniamo per circa 30 - 40 minuti fino al formarsi della deliziosa crosticina.Dire che sono buonissime è poco, sono come una droga, impossibile non fare il bis.


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