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Un piccolo incidente con alcuni giovani locali provoca una cascata di reazioni inaspettate.
Il paesino non è tranquillo come sembra e i sei si troveranno a lottare sin da subito per avere salva la vita.
I villici non sono così amichevoli.....
Gli inbred sono il frutto di accoppiamenti in consanguineità. da evitare proprio perchè fissano nella prole alcune caratteristiche genetiche che magari si vogliono evitare.
E questo film di Alex Chandon è l'apoteosi dell'inbred.
Quando i ragazzi arrivano nel pub, che si chiama The dirty hole, nomen omen , perchè un buco più sporco e polveroso è difficile da trovare, lo spettatore si accorge subito che le caratteristiche fisiognomiche dei villici locali sono tali da far pensare che c'è qualcosa che non va.
Denti sporgenti e tante altre piccole caratteristiche fanno di quel volgo qualcosa di veramente pauroso di cui i protagonisti sembrano non accorgersi.
Ok, d'accordo , è un film e ci vuole qualche piccolo sforzino di sceneggiatura....
Fatta la tara a questo ( è impossibile non realizzare che c'è qualcosa che non va nel verso giusto in quel pub e in quegli avventori) il film procede come una schioppettata dopo aver introdotto per sommi capi i personaggi in gioco, tutta carne da macello di cui si può fare a meno senza troppo rimpianto , un po' come succede in ogni slasher che si rispetti.
Ma Inbred ha forse una marcia in più : oddio, se non proprio una marcia, almeno una marcetta.
C'è ironia in tutto quello che si vede, ironia sbracata, bastarda e politicamente scorretta, una volontà di prendere per il culo sempre e comunque a partire dall'incipit ( in cui in uno scenario quasi da Inghilterra vittoriana per una limonata negata, un bracciante fa una strage a colpi d'ascia).
Inbred dopo la prima mezz'ora diventa una lotta per la sopravvivenza in cui le sorti sembrano alterne: eppure la beffa è sempre dietro l'angolo e per una volta quei due centesimi che ipoteticamente potrei scommettere li metterei sul nero.
A vederla meglio anche la locandina è una mezza presa per i fondelli: ti fa vedere cose che non sono.
Fieri esponenti della razza umana che combattono contro minorati psichici e fisici che però si prendono ampiamente la rivincita, si veda quello spettacolino super squallido in cui i forestieri sono protagonisti contro la loro volontà.
Inbred non brilla di luce propria, non è dotato di quella dose di originalità che lo farebbe emergere dalla palude del cinema di genere, racchiude in sè tutto quel cinema che va da Un tranquillo weekend di paura e Cane di paglia a Non aprite quella porta passando per Le colline hanno gli occhi e arrivando a Frontiers , Calvaire e compagnia cantante.
Ma non ha la pretesa di dire alcunché di nuovo: vuole divertire, spargere sangue e deiezioni in gran quantità un po' come mostra nel piccolo show teatrale allestito con gli umani come protagonisti "cooptati" sommergendo letteralmente di sangue e di merda gli spettatori.
E in questo riesce benissimo: le morti si susseguono in abbondanza da una parte e dall'altra, sempre in un clima di allegra ribalderia ( si fa per dire ma scommettere su quanti metri può fare una preda a cui hanno amputato una gamba è un qualcosa a metà tra il raccapriccio totale e il nonsense alcolico), le vittime hanno dalla loro intelligenza e spirito di iniziativa ( non sempre perchè non mancano le solite azioni ad minchiam) ma i villici sono in gran numero, armati e spietati e soprattutto non sembrano risentire delle perdite, sia dal punto di vista numerico che da quello umano.
Chi muore è subito cancellato. Non c'è problema.Non c'è spazio per gli affetti umani.
Tutti sono sacrificabili.
A Inbred basta questo per riportare la pagnotta a casa: spettacolo che pigia sullo splatter e sul grottesco senza in realtà raccontare nulla di nuovo.
E stavolta vince il nero....
( VOTO : 6,5 / 10 )
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