Global Witness ha pubblicato un’indagine filmata che prova la corruzione e il saccheggio illegale ai danni delle comunità forestali nel Borneo malese. Da oltre trent'anni, Sarawak è stato governato da primo ministro Abdul Taib Mahmud, che controlla tutte le licenze per l’utilizzo delle foreste e per la loro conversione in piantagioni. Sotto il suo governo, il Sarawak ha sperimentato uno dei più intensi tassi di deforestazione del mondo. In Sarawak ormai non resta intatto che il cinque per cento delle foreste originarie.
Il filmato rivela per la prima volta gli strumenti utilizzati dalla famiglia Taib e dai suoi legali per aggirare sistematicamente le leggi e il fisco della Malesia. Essa dimostra come la famiglia saccheggia le foreste ai danni delle popolazioni indigene, per poi nascondere il denaro sporco nei paradisi fiscali di Singapore.
La corruzione sta distruggendo il tessuto sociale del Sarawak e distruggendo le risorse naturali dello Stato. Gli indigeni della regione sono i primi a farne le spese. Le loro terri ancestrali vengono date in licenza per portare via legname e xxx piantagioni, privandoli dei mezzi di sussistenza e violando i loro diritti sanciti dalle leggi del Sarawak e della Malesia. In questo modo le comunità indigene restano intrappolate in un circuito visione di povertà e dipendenza.
La corruzione minaccia inoltre il futuro benessere di tutta la popolazione malese. L’indagine di Global Witness dimostra come il denaro che dovrebbe utilizzato per creare sviluppo finisce ad arricchire i conti esteri della famiglia die Primo Ministro, attraverso una rete di corruzione e illegalità. La Malaysia è considerata il terzo paese per flussi finanziari illeciti, e l’erario del paese ha già perduto 285 miliardi dollari, pari a 43.000 a famiglia, soltanto tra il 2001 e il 2010. Si tratta di denaro che avrebbe potuto essere spesi per migliorare i servizi essenziali e la qualità della vita dei malesi, e soprattutto dei più poveri.
La corsa del legname scatenati nei tre decenni di governo di Taib ha portato alla nascita di alcune delle più grandi compagnie mondiali del legno. Queste imprese hanno avuto un impatto catastrofico sulle foreste e delle comunità indigene in quasi tutte le principali aree forestali del pianeta, e son implicate in gravi casi di illegalità. Secondo Global Witness, alcune di queste imprese sono attive nella deforestazione e nella conversione in piantagioni di un’area pari a 18 milioni di ettari (tre volte la superficie della Norvegia) in almeno 12 paes diversi.