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incipit

Da Guchippai
incipit
Mi chiamo Constance Klein. La storia della mia vita inizia il giorno in cui ho sposato un inglese di nome Sydney Klein e ho detto per sempre addio a Ravenswood e al babbo e a tutto quello che era successo prima. Ho un marito adesso, pensavo, un nuovo babbo. Volevo diventare padrona di me stessa. Volevo, oh, volevo tutto. Mi sentivo rinata. Scomparsa per sempre la voce di sprezzante disapprovazione, quella voce querula e irritante, inamovibile nella sua convinzione che io fossi priva di valore, anzi, peggio, non necessaria.
Patrick McGrath, L'estraneacon un simile inizio, avrei dovuto immediatamente provare empatia per la protagonista, eppure non sono riuscita a farmela piacere e non so perchè. in realtà non mi è piaciuto veramente nessuno dei protagonisti di questo libro, e lo trovo strano perchè di solito non ho difficoltà a immedesimarmi nelle storie. il romanzo comunque è bello; il titolo originale era Constance, e potevano lasciarlo così, perchè quello italiano non c'azzecca se non in modo tortuoso. questa Constance è una giovane donna cresciuta nell'astio nei confronti del padre; si avvelena l'esistenza a causa di ciò, rischia addirittura la salute mentale, ma alla fine riesce a passarci sopra e ad andare avanti. a prescindere dal valore intrinseco di questo libro, la trama di per sè mi ha lasciata un po' così; penso sia un esempio di quando la mia sensibilità e quella di un autore possano stare agli antipodi.

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