Teheran, gennaio 2001
Suonò la campanella, e cinque file di ragazze velate mi guardarono speranzose.Annui. «Certo, andate pure».L'aula si riempì subito di chiacchiere e di risate, del fruscio dei fogli e del tonfo dei libri gettati nelle borse. Ridacchiando e spettegolando, le alunne si affollarono verso la porta e una dopo l'altra uscirono dalla classe.«Buon fine settimana a tutte. E non dimenticate i compiti per lunedì» le salutai.«Buon fine settimana anche a lei, Khanum» rispose qualcuna.La porta di richiuse attutendo il vocio delle ragazze che facevano programmi in corridoio, tutte eccitate per il giovedì sera. Il loro entusiasmo era contagioso; anch'io avevo programmi per la serata, e il solo pensiero mi fece arrivare il cuore in gola. Mi venne la pelle d'oca e, nonostante il caldo opprimente dell'aula, rabbrividii mentre sfioravo le colonne del calorifero con la mano, avanti e indietro.Louise Soraya Black, Il cielo color melogranola gente è gente, in qualunque paese, e anche sotto un regime opprimente come quello iraniano le ragazze vogliono solo divertirsi. a volte s'innamorano pure, magari dell'uomo sbagliato, e in quel caso, come tutte le ragazze del mondo, mentono in famiglia per poter vedere di nascosto i loro innamorati, solo che magari non rischiano che i guardiani della rivoluzione le arrestino e sottopongano lui alla fustigazione e lei alla visita ginecologica per verificare che sia ancora vergine. è bene ricordare queste cose perchè nessun popolo è immune ai danni del fondamentalismo, che non si esprime solo attraverso l'estremismo religioso ma può prendere altre strade. comunque sia, questo romanzo mi è piaciuto molto. avevo voglia di una storia esotica, anche perchè ultimamente sono rimasta molto concentrata sul Nord-Europa. a tratti è un po' melodrammatico, ma a me il melodramma non dispiace affatto e quindi ho apprezzato.