di Iannozzi Giuseppe
L’avevo guardata con sospetto, che il mattino era già spento, e lei china sul diario aperto esposto alla luce d’una lampada, ma il volto nascosto dai suoi stessi capelli a scenderle su gli occhi e oltre. Pareva quasi sorridesse, e questo mi convinse che tramava qualche cosa, mentre il dito lo attorcigliava per un cernecchio e una punta di nervoso. Dalle labbra di A. un respiro appena, come a chi un dente molle, e immutabili due nomignoli, Ginevra e Lancillotto.