E siamo arrivati al terzo e ultimo capitolo della trilogia dell’autrice francese Katherine Pancol.
Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì e il testo conclusivo della storia della vita di Joséphine, Hortense, Gary e di tutti gli altri protagonisti che raccontano la loro vita e che ci regalano i loro pensieri.
C’è chi parte e chi arriva, chi raggiunge i suoi obiettivi e chi invece li conserva proprio come un sogno nel cassetto in attesa di realizzarlo o di accantonarlo del tutto perchè la vita non è facile, bisogna sempre fare i conti con la realtà.
Gary parte, Hortense lo raggiunge e Joséphine? Beh, non dirò cosa le riserva il futuro, solo leggendo il libro si scopre questo particolare…
Anche questo libro, come il precedente, è ambientato tra Parigi, Londra e New York, città care ai diversi protagonisti del romanzo e che fanno da filo conduttore intrecciando le loro vite.
Qui di seguito riporto l’incipit sia in lingua originale, in francese, che nella traduzione italiana.
Incipit di Les écureuils de Central Park sont tristes le lundi
Hortense attrapa la bouteille de Champagne au goulot et la renversa dans le seau à glace. La bouteille était pleine et cela fit un drôle de bruit. Le choc du verre contre la paroi de métal, le crissement des glaçons qu’on écrase puis un gargouillis suivi d’une pétarade de bulles qui éclatèrent à la surface en mousse translucide.
Le garçon en veste blanche et noeud papillon noir haussa un sourcil.
- Infect, ce Champagne ! grogna Hortense en français en donnant une pichenette au cul de la bouteille. Quand on n’a pas les moyens de se payer une bonne marque, on n’en sert pas une qui tord les boyaux…
Elle s’empara d’une seconde bouteille et répéta son acte de sabotage.
La face du garçon s’empourpra. Il regardait, stupéfait, la bouteille se vider lentement et semblait se demander s’il devait donner l’alerte. Il jeta un regard circulaire, cherchant un témoin du vandalisme de cette fille qui culbutait les bouteilles en proférant des insultes. Il transpirait et la sueur soulignait le chapelet de furoncles qui lui ornait le front. Encore un plouc anglais qui bave devant le raisin gazeux, se dit Hortense en lissant une mèche rebelle qu’elle coinça derrière son oreille. Il ne la quittait pas des yeux, prêt à la ceinturer si elle recommençait.
- Tu veux ma photo ?
Ce soir, elle avait envie de parler français. Ce soir, elle avait envie de poser des bombes. Ce soir, il lui fallait massacrer un innocent et tout chez ce garçon réclamait le statut de victime. Il y a des gens comme ça, on a envie de les pincer au sang, de les humilier, de les torturer. Il n’était pas né du bon côté. Mauvaise pioche.
Da Les écureuils de Central Park sont tristes le lundi di Katherine Pancol, pagine 13-14, pubblicato da Le Livre de Poche
Incipit di Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì
Hortense afferrò la bottiglia di champagne per il collo e la rovesciò nel secchiello del ghiaccio. La bottiglia era piena e provocò un rumore strano. L’urto del vetro contro il metallo, lo sfrigolare dei cubetti scricchiolanti, poi un gorgoglio seguito dall’esplosione delle bollicine in superficie come una spuma traslucida.
Il giovane in giacca bianca e papillon nero inarcò un sopracciglio.
“Questo champagne fa schifo!” ringhiò Hortense in francese, dando un colpetto al fondo della bottiglia. “Quanto non ci si può permettere una marca come si deve, non si deve servire un torcibudella…”
Prese una seconda bottiglia e ripeté l’atto di sabotaggio.
Il giovane si fece di porpora. Stupefatto, osservò la bottiglia svuotarsi lentamente, chiedendosi se dovesse dare l’allarma. Si guardò intorno, alla ricerca di un testimone del gesto vandalico di quella ragazza che rovesciava bottiglie declamando insulti. Sudava, e il sudore metteva in evidenza la coroncina di foruncoli che gli ornava la fronte. Un altro buzzurro inglese che sbava per le bollicine, si disse Hortense mettendosi una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Il giovane non la perdeva d’occhio, pronto a bloccarla nel caso avesse ricominciato.
“Vuoi la mia foto?”
Quella sera aveva voglia di parlare francese. Quella sera aveva voglia di far scoppiare una bomba. Quella sera aveva bisogno di massacrare un innocente e quel ragazzo era la vittima sacrificale. Ci sono persone così, che si ha il desiderio di pizzicare a sangue, di umiliare, di torturare. Quel giovane non era nato con la camicia. Peggio per lui.
da Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì di Katherine Pancol, pagina 11, pubblicato da Dalai Editore
Dati del libro:
Titolo: Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì
Autrice: Katherine Pancol
Traduzione dal francese: Raffaella Patriarca
Casa editrice: Dalai Editore
Pagine e anno: 762, 2011
Scritto da Mac La Mente