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Parlare di King è sempre un problema: da un lato si corre il rischio di non rendere giustizia alla sua bravura, dall'altro c'è la possibilità d'incappare in lettori che invece non lo gradiscono, o peggio si sentono traditi. Eh già, perché con il nostro caro King non esistono le vie di mezzo, non si può dire "mmmh, lo leggo ma non mi dice nulla…". O lo si ama o lo si odia. Punto. Quindi, citarlo in questa rubrica dedicata agli incipit che più mi sono rimasti impressi mi mette in difficoltà, soprattutto nei confronti di chi proprio non lo sopporta.
Comunque, andiamo avanti e spendiamo un paio di parole per questo romanzo. Mucchio d'ossa viene pubblicato nel 1998, qualche anno dopo l'incidente che è quasi costato la vita al Re di Bangor. In questo libro ritroviamo alcune fra le più classiche tematiche care a King: un marito solo, in preda allo sconforto e ad una crisi creativa che pare non avere soluzione. Una donna in pericolo con figlioletta al seguito, un nonno potente e crudele e, ovviamente, una storia di fantasmi e vecchi segreti. Ultimo, ma non per questo meno importante, ritroviamo Derry, la cittadina che ha ospitato, fra gli altri, le vicende narrate in quel capolavoro che risponde al nome di IT. Il libro è godibilissimo, a mio parere uno dei migliori dell'ultimo anno, e credo meriti un'occhiata, anche da parte di coloro che ultimamente denigrano King e lo stile con cui sta scrivendo in questi anni. La atmosfere sono quasi claustrofobiche, introspettive e permeate di una psicologia perennemente presente, quasi a far da sottofondo a tutta la vicenda. Questo è il brano di apertura, in cui in poche righe ci viene mostrato tutto un background in maniera quasi magistrale.
"In un giorno caldissimo dell'agosto 1994, mia moglie mi disse che scendeva al Rite Aid di Derry a prendere una ricarica per il suo inalatore perché la sua era esaurita; un farmaco prescrittole dal medico, che credo oggigiorno si venda senza ricetta. Io per quella giornata avevo finito di scrivere e mi offrii di assumermi l'incombenza. Lei mi ringraziò, ma voleva comperare del pesce al supermercato lì accanto; due piccioni con una fava e compagnia bella. Mi soffiò un bacio dal palmo della mano e uscì. La rividi in TV. È così che si identificano i morti qui a Derry, non si percorre un corridoio sotterraneo di piastrelle verdi sotto lunghi tubi fluorescenti, non ti tirano fuori un cadavere nudo da una cella frigorifera. Si entra in un ufficio con la scritta PRIVATO, si guarda uno schermo TV e si dice sì o no."
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