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Incombe l’interrogazione di Elena Guerrechi: l’assessore Amore spalle al muro sulla questione dei distacchi delle utenze

Creato il 28 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Una pesantissima interrogazione di Elena Guerreschi (Pd) incombe sull’assessore LUIGI AMORE, nominato con il noto consenso della curia vescovile e artefice dell’irresistibile ma “poco comprensibile” ascesa della cooperativa Nazareth. Scrivo tutto maiuscolo il nome e il cognome dell’assessore perché non viene nominato, nemmeno questa volta, in un’interrogazione che pone seri dubbi sull’operato dei servizi sociali. Gli operatori agli sportelli hanno segnalato il disagio di alcune situazioni davvero discutibili. E’ stata rispettata o no la procedura corretta nei riguardi delle famiglie che hanno subito l’incredibile distacco delle utenze di acqua luce e gas? Oltretutto l’assessorato di LUIGI AMORE preferisce spendere somme ingenti in discutibili progetti della Nazareth, per poi ritrovarsi senza soldi in un momento di emergenza che colpisce molte famiglie. Stavolta Luigi Amore, spesso ambiguo e poco sull’argomento, dovrebbe mostrare il coraggio di dire la verità. Non è possibile che il comune non ammetta mai un errore. Sembra che i cittadini si siano accorti che qualcosa non va.

che cos'ha fatto Luigi Amore per le famiglie rimaste senza acqua luce e gas? Risponderà o si dirà bravo da solo?

che cos’ha fatto Luigi Amore per le famiglie rimaste senza acqua luce e gas? Risponderà o si dirà bravo da solo?

Interrogazione presentata in data 5 febbraio 2013 dal consigliere comunale del gruppo consiliare Partito Democratico Elena Guerreschi in ordine al pagamento delle bollette per consumi di energia elettrica, gas e acqua.

Premesso che, le principali aziende che si occupano della vendita e distribuzione dei servizi di energia elettrica, gas e acqua sono aziende partecipate dal Comune: pertanto, rappresentano una diretta espressione dell’Ente maggiormente vicino al cittadino. Di conseguenza, appare fondamentale che tali aziende, rispetto alle normali imprese, si preoccupino in modo particolare di erogare servizi di qualità nel pieno rispetto e tutela del cittadino e consumatore; al contrario, sembrerebbe che, in caso di mancato pagamento anche di una sola fattura, le partecipate trasmettano all’utente un atto di costituzione in mora in cui viene intimato il pagamento dell’insoluto entro 10 giorni ed il distacco delle utenze entro i successivi 5 giorni, senza che tale atto formale sia preceduto da specifiche comunicazioni di sorta; sembra. inoltre. che tali episodi siano spesso connessi con il mancato ricevimento della fattura in formato cartaceo; sembra, infine, che il consumatore, anche in caso di mancato ricevimento della bolletta e dunque in caso di non imputabilità dell’insoluto, non possa ottenere un nuovo termine di pagamento rispetto a quello previsto dalla costituzione in mora; in alcuni casi, pare che gli addetti agli sportelli, abbiano invitato il consumatore ad attivarsi direttamente con l’azienda in caso di mancato ricevimento delle fatture alle consuete, pur se imprevedibili, scadenza, senza neppure proporre la possibilità di rateizzo o di addebito integrale o parziale nelle successive fatture. Considerato che negli usi comuni, le modalità di sollecito di un credito, si esplicano con una previa comunicazione informale, con lo scopo di informare il debitore sulla pendenza, assegnando un nuovo termine per il pagamento; nell’attuale regime di mercato libero, l’attenzione al consumatore ed il rispetto del medesimo appaiono una delle fondamentali garanzie da offrire per evitare la scelta da parte degli utenti di altri fornitori. Tutto ciò premesso e considerato si interroga il Sindaco e l’assessore competente per sapere: se le modalità di sollecito indicate in premessa corrispondono alle reali pratiche poste in essere dalle partecipate; se non si ritiene di invitare le aziende all’adozione di prassi di sollecito maggiormente rispettose di tutti i consumatori, con un eventuale regime di favore per gli utenti che pagano regolarmente, considerato che le aziende non hanno la prova dell’effettiva consegna delle fatture agli utenti; se non si ritiene di attivare una forma di spedizione delle fatture tramite mail o PEC per chi richiede tale servizio, al fine di risparmiare risorse ed evitare le problematiche connesse alla spedizione postale.


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