Magazine Cultura

Incontri che segnano: Giorgio

Creato il 17 aprile 2011 da Carlo_lock
Credo nella fatalità degli incontri, penso che la vita abbia una forma attraverso gli incontri. Senza l' Incontro (anche non sacro e spirituale) esiste solo dispersione vana. L'incontro serve per orientarci, l'esplorazione dell'altro ci stimola verso un "oltre" (bella, l'assonanza "oltre-altro", no?); spesso questi incontri hanno un ruolo preciso e chiaro nella nostra esistenza (un professore, un sacerdote, uno psicologo, l'amico del cuore o il fidanzato, la persona che magari ci raccomanda su un posto di lavoro), altre volte si tratta di incontri enigmatici o che tentano di parlarci con un linguaggio criptico, di difficile decifrazione. Parliamo sempre e comunque di incontri che segnano in un modo o nell'altro la nostra esistenza, non solo nel bene ma anche nel male. E' certo che quando una persona non passa inosservata, magari ci entra in sogno spesso, la si ricorda spessissimo..bè, allora questa persona ha forse per noi anche un significato occulto, soprattutto se per noi e con noi non ha avuto delle relazioni profonde e confidenziali.E' il caso di un uomo, Giorgio, dovrebbe essere del 1951, se non ricordo male, Giorgio che in gioventù decide di entrare a far parte di una cooperativa di ambulanze e poi ci è rimasto tutta la vita, diventandone un dipendente e poi uno dei responsabili.Parecchi anni fa decisi di entrare a far parte di questa Onlus...Ci entrai perché il giornalino universitario mi chiese di fare un'intervista in occasione dei vent'anni dell'associazione..Allora mi accordai con lui, che avevo già visto spesso in zona, abitando io vicino alla sede e conoscendo una persona che era dentro. Lui era il "capo", qualcuno lo odiava e qualcuno lo amava alla follia, come spesso succede. Io ero di quelli che lo amava alla follia, fin dal primo giorno. Ricordo che quel pomeriggio di maggio, un po' caldino, andai all'appuntamento dopo avere visto un film porno. Giorgio, sulla quarantina, mi doveva parlare dell'associazione, della sua storia, mi ricevette con una "polo" nera (tipo Lacoste)...Rimasi colpito da uno strano fascino giocato sull'ambiguità, da un lato un uomo forte, militaresco (potrebbe essere stato anche un commissario di polizia), dall'altro l'aspetto raffinato del laureato, borghese, unito a una straordinaria capacità di far sentire al prossimo la sua empatia. Assomigliava molto, fisicamente, a Renato Vallanzasca, ma con qualche tratto di Giancarlo Giannini anziano, con due occhi azzurri enigmatici, un po' birichini, i baffetti. Era una persona che poteva passare da un'educazione irreprensibile a dire a qualcuno: "Ti spacco il culo". Quando decisi di entrare a far parte della Onlus, lui mi disse: "Io sono qui, quando hai bisogno ci sono"....Un'altra frase che mi colpì fu: "Ti aiutiamo noi"...."Ti aiutiamo noi" alla mia domanda: "Ma come si fa a dimenticarsi di certe tragedie, quando si svolge il vostro lavoro?"Poi mi parlò anche del TSO, della perizia necroscopica e aggiunse che spesso dopo un turno era consigliabile passare una serata insieme ai colleghi, non andarsene a casa solo....Però Giorgio è rimasto là, appeso alla mia memoria, come un fantasma....me ne andai dalla Onlus, non sopportavo la mediocrità dei suoi sottoposti...se avevo un problema, nella realtà, dovevo parlare con gli altri, non con Giorgio.....Giorgio mi aveva promesso una cosa, gli altri dicevano che non era vero; Giorgio mi proibì di portare il codino in servizio, da lui lo accettavo, ma da uno stronzo qualsiasi no. Non so perché, ma lui avrebbe capito anche problemi di donne, era un tipo a cui piacevano da morire le donne, l'ho sempre pensato.E se lui leggesse tutto questo...non si ricorderebbe neanche di me.E' buffo pensare che esistono queste persone che ti rimangono dentro una vita, ma al contempo, loro stesse non sanno neanche chi sei.Insomma, Giorgio è diventata una figura leggendaria, mitizzata....Lo tengo a distanza, anche se vorrei un giorno tornare a lavorare con lui, sapere come sta, tornare a vederlo.Forse c'è l'innocenza dell'artista o del bambino in tutto questo, c'è la ricerca simbolica di un padre...non so spiegare....Sono tante gli incontri che segnano, insomma oggi ho voluto parlare di questo, ma non è né il primo né l'ultimo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :