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Incontro con Alexander Payne e Bruce Dern

Creato il 24 maggio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Incontro con Alexander Payne e Bruce Dern

Incontro con Alexander Payne e Bruce Dern

Nebraska di Alexander Payne va ad aggiungersi a quella lista di film che punta dritti ad un posto d’onore nel Palmarès finale. Un road movie in bianco e nero, amaro e divertente, su un anziano che cerca dignità e riscatto nei suoi sogni. Ad interpretarlo un commovente Bruce Dern, che da decenni non vedevamo in un ruolo da protagonista.

Payne da dove nasce l’idea di Nebraska?

Alexander Payne: Solitamente li scrivo io i miei film. In questo caso ho ricevuto la sceneggiatura da Bob Nelson nove anni fa. E’ una storia sia triste che divertente, come in fondo è la vita. Nelson ha davvero vissuto questi fatti, e ha descritto quindi un’esperienza personale.

Perché ha deciso di girarlo in bianco e nero?

Alexander Payne: Credo sia un film che porta dentro di sé lo spirito del periodo della Depressione, ed è per questo che ho deciso di girarlo in bianco e nero. È così che ho immaginato da subito il film, volevo ricreare un impianto visivo austero che rispecchiasse l’esistenza dei personaggi. Mi sono ispirato un po’ a The Last Picture Show di Peter Bogdanovich e altri film in bianco e nero degli anni ’60 e ’70, che trasmettono un’aura di decadenza. Poi devo dire che girare in bianco e nero ha fatto abbassare i costi di produzione.

Dern, com’è stato lavorare con Payne?

Bruce Dern: Alexander è sempre lì per te. Ha un team che ti aiuta sempre a stare rilassato, così non hai mai la sensazione che stai facendo qualcosa di sbagliato. Nella mia carriera ho lavorato con registi del calibro Kazan, Hitchcock, Tarantino, ma in Payne ho trovato un regista che mi ha preso tra le sue braccia e mi ha portato in un viaggio fantastico. E’ un regista di grande talento che sa infondere di magia ai suoi film, ed in questo c’è la differenza tra lui e gli altri registi. Lui non ti spiega come devi fare un personaggio, te lo racconta e ti dà la libertà di farlo tuo.

Dern, soddisfatto del risultato finale?

Bruce Dern: Nella vita ho fatto parte di tanti “movies”, mentre questo è un film. Ogni giorno sul set ero felicissimo, eccitato. Sentivo che stavamo facendo qualcosa che non era mai stato fatto, qualcosa di totalmente nuovo ed originale.

Payne, com’è nata la collaborazione con Bruce Dern?

Alexander Payne: Ho visto tantissime volte Tornando a casa, dove Bruce è fantastico e trasmette una passione unica. Lo volevo nel film e devo dire che mi ha fatto davvero piacere che sia si sia totalmente affidato a me. Ha scelto di fare questo film perché gli piaceva la sceneggiatura, ma anche perché sapeva che ero io a dirigerlo.

Nel film raccontate un bellissimo rapporto padre-figlio…

Alexander Payne: Il figlio vuole restituire un po’ di dignità al padre, che sembra averla perduta. E’ quello che ho sempre cercando di fare anch’io con i miei genitori, non volevo che invecchiando potessero perderla. Invecchiare spesso ci porta a sentirci come il personaggio di Bruce nel film, ma bisogna tener duro e andare avanti.

di Antonio Valerio Spera


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