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Incontro con Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Creato il 17 maggio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Incontro con Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Incontro con Fabio Grassadonia e Antonio Piazza

Presentato in concorso nella Semaine de la Critique del Festival di Cannes, Salvo sancisce l’esordio nel lungometraggio della coppia di registi Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. Una pellicola che gioca intelligentemente con i generi e che si propone come un prodotto davvero originale per il panorama cinematografico italiano. Ambientato tra Palermo e la campagna di Enna e prodotto da Acaba e Cristaldi Pictures, il film ha per protagonisti Saleh Bakri Sara Serraiocco e Luigi Lo Cascio e racconta la storia di un killer di mafia, Salvo appunto, che durante un regolamento di conti s’imbatte in Rita, sorella non vedente dell’uomo che deve uccidere. Succede però qualcosa di straordinario ed inaspettato. Dopo l’uccisione del fratello, per la prima volta nella sua vita, la ragazza vede. Un vero miracolo, in un mondo dove i miracoli non sembrano assolutamente possibili. Da qui ha inizio un percorso in cui Salvo e Rita sono costretti a confrontarsi braccati senza pietà dal mondo al quale appartengono.

Come nasce l’idea di Salvo?

Fabio Grassadonia: Nasce dalla volontà di raccontare una storia ambientata in Sicilia, precisamente a Palermo. Ma non volevamo portare sullo schermo le solite storie. Così abbiamo deciso di strutturare il racconto immergendo prima lo spettatore in una storia riconoscibilissima e poi portandolo invece su un’altra strada, una strada completamente diversa, in un film con altri obiettivi.

Uno degli aspetti più interessanti del film è il suo gioco continuo con i generi…

Antonio Piazza: Senza dubbio il nostro obiettivo era proprio questo. Infatti il film inizia in modo scoppiettante, come un vero action movie. Poi mescola le carte e spazia tra tanti altri generi. Di base Salvo è un noir, ma scivola anche nel western all’italiana, grazie ai paesaggi siciliani, così come nel mafia-movie, e presenta anche degli elementi da commedia nera attraverso, ad esempio, il personaggio interpretato da Luigi Lo Cascio.

A proposito di Lo Cascio, come è entrato nel progetto?

Antonio Piazza: Lo Cascio l’abbiamo cercato noi, lui è il marito della montatrice del film, Desideria Rayner. L’abbiamo contattato e gli abbiamo proposto questo personaggio di un bottegaio palermitano che haun rapporto di attrazione e al contempo di paura nei confronti del Killer. Quando ha accettato ci siamo divertiti molto a costruire con lui il personaggio.

Avete avuto dei riferimenti in testa nella costruzione del personaggio del killer?

Fabio Grassadonia: Assolutamente si. Ci siamo ispirati al personaggio di Alain Delon in Il Samurai di Melville, una macchina spietata che fa bene il proprio lavoro ma che poi capisce che questa sua vita gli sta stretta.  Al film di Melville ci siamo ispirati anche per girare la prima scena, che è un esplicito omaggio.

Com’è stato lavorare con Daniele Ciprì come direttore della fotografia?

Antonio Piazza: Con Daniele abbiamo avuto un rapporto straordinario, sia dal punto di vista umano che artistico. Devo dire che si è divertito molto sul set ed il suo lavoro è stato fondamentale per la nostra sfida ai generi cinematografici. Nella scena iniziale nella casa è stato fantastico nel rendere i chiaroscuri e nel realizzare i piani sequenza.

Il film ha già una distribuzione?

Fabio Grassadonia: In Francia si, abbiamo già un distributore. In Italia invece ancora no. Così come è stato davvero difficile trovare dei finanziamenti italiani per la produzione, sarà altrettanto difficile uscire nelle nostre sale. Sinceramente speriamo di trovare un distributore il prima possibile e che grazie al mercato di Cannes e all’accoglienza che avrà si possa vendere il film anche all’estero.

di Antonio Valerio Spera

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