Scelta fuori dall’ordinario a Soresina, unico Comune che si segnala per l’ostilità verso Articolo 32. A Cremona infatti, dove pure governa il centrodestra come a Soresina, né il Comune né le aziende sanitarie hanno avuto alcunché da ridire sull’attività di Articolo 32, il gruppo di medici che dà gratuitamente cure sanitarie a chi resta scoperto per motivi burocratici dal servizio sanitario nazionale.
Articolo 32 ha spiegato le proprie ragioni in una lettera, pubblicata qui, ma l’amministrazione soresinese è riuscita a difendere la legge Bossi Fini laddova arriva a negare il diritto umano alla salute e alle cure mediche. Scelta che non si è verificata non solo a Cremona, ma nemmeno a Milano, Lodi, Crema, Pavia, Bergamo: anche il centrodestra di altre città, se pur si vuole considerare per forza l’angolatura politica, ha reagito così come a Soresina. Ovunque ha prevalso l’umanità. A Soresina no. E’ vero che Articolo 32 non cura i malati gravi e i casi urgenti, da Pronto Soccorso, bensì offre cure gratuite, da parte di medici volontari, non pagati dallo Stato o da privati, a chi non ha copertura sanitaria. Dal mal di gola, a malattie di lieve o media gravità, che trascurate per lunghi periodi sarebbero pericolose.
In assenza di articolo 32, le persone scoperte dal servizio sanitario dovranno rivolgersi al Pronto Soccorso, dove riceveranno il codice verde, bianco o forse giallo. Saranno curati, eventualmente in ambulatori appositi per i casi non urgenti, ma sempre a spese dello Stato.
Dunque un danno economico, visto che i medici di Articolo 32 sono volontari e lavorano gratuitamente.
Poi un danno al diritto umano di godere del servizio sanitario, e all’immagine di Soresina, Comune bieco, feroce, che manda la polizia municipale all’ambulatorio parrocchiale per far sì che lo Stato paghi ancora di più, quando ci sono volontari che lavorano gratis. Ma dov’è finito il buon senso a Soresina?
Nella foto la lettera dell’amministrazione comunale di Soresina, pubblicata su un giornale di carta, accanto a quella di Articolo 32.
Il consigliere comunale del Pd Giuseppe Mametti protesta: “Non capisco il senso di questa presa di posizione dell’amministrazione comunale. Articolo 32 dà il servizio sanitario a chi ne è scoperto per motivi burocratici. Una società equilibrata funziona meglio: perché contrastare?”. Lo stesso parroco don Angelo Piccinelli, da quando si è saputo, pur non volendo mai entrare in questioni politiche, non ha certo gradito. Forse la giunta Monfrini teme di perdere qualche voto a causa della contestazione xenofoba di Claudio Maggi? E allora perché la Regione Lombardia in una circolare ha indicato di rivolgersi proprio a questo tipo di associazioni? Perché Luigi Amore, assessore ai servizi sociali da noi tanto criticato per altri motivi, non ha avuto nulla da ridire? Perché il direttore generale dell’Asl, il leghista dottor Compagnoni, se proprio vogliamo far politica, non ha protestato? Perché in realtà Articolo 32 fa un favore allo Stato, grazie a quei medici che vogliono rispondere all’imperativo di curare i malati. Il giuramento di Ippocrate ha sempre un senso.
“Ma noi vogliamo far rispettare la legge vigente”, sostiene in sintesi l’amministrazione soresinese. Le leggi però possono anche essere ingiuste. Si riapre il vecchio problema delle leggi positive. Anche i nazisti agivano secondo leggi dello Stato. Ma non erano leggi giuste. Anche lo schiavismo era legge, negli Stati Uniti. Ma la civiltà può anche progredire. Gli esempi sono tanti.
Inoltre, Articolo 32, come scritto nella sua lettera: “Le nostre attività sono ulteriormente legittimate dalla normativa nazionale e regionale (il riferimento principale è l’art. 35 della legge Bossi Fini, ma anche una circolare di Regione Lombardia alle ASL del 2009 che le esorta ad avvalersi dell’opera di associazioni come la nostra”. Quindi il Comune di Soresina arriva a trattare dei medici volontari come fuorilegge! Una situazione che ha dell’incredibile.
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