costanzo-show-1987
Oltre alla giornalista Claudia Gernigoi, oggetto di gravi diffamazioni e minacce sul sito web di Melchiorre Gerbino (leggi la vicenda raccontata da Ossigeno http://www.ossigenoinformazione.it/2014/06/trieste-minacce-a-claudia-cernigoi-solidarieta-dallassostampa-46319/) anche lo storico siciliano Giuseppe Casarrubea ha denunciato per minaccia, diffamazione e calunnia Melchiorre Gerbino, nato a Calatafimi (Trapani) il 30 agosto 1939, che si definisce “leader della rivolta giovanile in Italia”, perché nei giorni scorsi, con un articolo pubblicato sul suo sito, ha consigliato a Casarrubea di “tenere la bocca chiusa, perché non finisca con una pietra in bocca”, e, inoltre si è inventato di sana pianta la storiella che alla Camera del Lavoro di Partinico, nel 1947, i caduti per attacco terroristico-mafioso, ” si erano sparati tra di loro”. Come dire: – ti spiego come con il falso si possono uccidere i morti due volte. Cosa che è successa a quasi tutti i caduti per mano della mafia: da Dalla Chiesa a Falcone e Borsellino.
La magistratura, intanto, ha incriminato per diffamazione il medesimo Melchiorre Gerbino, sedicente leader della Contestazione dei lontani anni ’60 nonché personaggio negli anni ’90 del “Maurizio Costanzo Show”, perché pubblicando all’interno del sito web http://www.melchiorre-mel-gerbino.com un testo dal titolo “mondo beat”, contenente la ricostruzione di vicende avvenute nel 1968, offendeva la reputazione del giornalista Gianni De Martino attribuendogli in particolare la partecipazione a un tentato omicidio nei suoi confronti, la partecipazione a logge massoniche e lo svolgimento di attività di spionaggio. Nella farneticante pubblicazione web, il P.M., dottor Maurizio Romanelli, ha ravvisato un reato perseguibile penalmente.
Il Gerbino, presentato al “Maurizio Costanzo Show” come “globe trotter”, attualmente si trova all’estero e difficilmente sarà presente al processo. Tra le tante stravaganze dell’anziano Melchiorre, in siciliano Micciuni, ce ne è una che davvero non può passare inosservata. Alla prima Udienza del 27 giugno 2014, fissata avanti il Tribunale di Milano, Sezione 10 Penale, nel procedimento penale a suo carico, il Gerbino inviava le sue elucubrazioni via e-mail al suo avvocato difensore d’ufficio dott.ssa Roberta Rosabianca Succi.
Stupiva che un ragioniere diplomato come il Gerbino, al quale i numeri hanno dato alla testa, non si rendesse conto che le e-mail non certificate non hanno alcun valore legale e non possono essere prese in considerazione per chiedere giustizia perché chiunque può scrivere una mail firmandosi Melchiorre Gerbino. Melchiorre Gerbino chi? In Italia nessuno ricorda questo personaggio calvo e sentenzioso che strepitava da un angolino del “Maurizio Costanzo Show”.
Ora il Gerbino forse sa a quale Cancelleria inviare le sue elucubrazioni difensive con firma autografa e copia del documento, oppure anche autenticata dagli appositi servizi consolari. A meno che un personaggio così “grandioso”, al sedicente centro di un colossale complotto immaginario e vacuo, non frequenti unicamente le Ambasciate.
Ci auguriamo che questo ormai anziano signore, indirizzato a raggiunge tra qualche anno, il traguardo degli ottant’anni e che a quanto pare segue con passione il processo dell’altro mio querelato Giuseppe Sciortino, che si tiene a Palermo sempre per calunnia e falso, abbia a ravvedersi e impari a trascorre le giornate in modo positivo, senza spararne una dopo l’altra. Perchè – dicevano gli antichi – “cu sputa ‘ncelu ‘nfaccia ci torna”. E Miccione che è siciliano ma che preferisce stare in Malesya, pensando di essere in un Paese irraggiungibile e ‘protetto’ dove può fare tutto contro tutti, questo lo sa.
Giuseppe Casarrubea