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Indagare la Storia a Valencia

Creato il 04 maggio 2015 da Fugadeitalenti

L’accademia italiana ha avuto i suoi fasti in passato, ma ora è un luogo sterile e dannatamente autoreferenziale“: non usa mezzi termini Bruno Pomara, 30 anni, ricercatore di storia all’Università di Valencia, in Spagna, per descrivere l’ambiente baronale delle nostre accademie.

Bruno inizia il suo percorso di studi all’Università di Palermo (Facoltà di Scienze Storiche): in Spagna approda una prima volta per una esperienza Erasmus, cui farà seguito un Master in Storia e Identità Mediterranee, a Valencia.

Alla conclusione del Master, Bruno si vede offrire una possibilità concreta, da parte dei suoi stessi docenti spagnoli, frutto anche dei premi e dei riconoscimenti che nel frattempo va accumulando – la rivista “Campus” lo colloca tra i cento italiani più promettenti.

Nell’ambito accademico italiano, il silenzio più assoluto: “prima di lasciare definitivamente il Paese, provai un concorso di dottorato a Messina – non l’ho mai più dimenticato“, ricorda ancora amaramente.

Al contrario, la Spagna si rivela ben presto per lui la terra delle opportunità: “oggi non smetto più di ringraziare l’Università di Valencia e i Ministeri spagnoli, che hanno sempre creduto in me, e finanziato -con convinzione- i miei progetti. Le mie indagini archivistiche hanno ricevuto finanziamenti per migliaia di euro“, puntualizza soddisfatto Bruno.

A Valencia si vede offrire la conduzione di interi corsi didattici, in qualità di docente autonomo, mentre le sue ricerche storiche lo mantengono a cavallo tra due mondi, la Penisola iberica e l’Italia. In Spagna Bruno sperimenta nel concreto il significato della parola “meritocrazia”: maggiore è la produttività nella ricerca, maggiori sono i finanziamenti ministeriali che può ricevere.

Non sono sicuro di voler tornare in Italia. Sento ogni giorno storie di colleghi che si lamentano“, osserva disilluso. Forse una diretta conseguenza di quelle “politiche baronali intollerabili“, che Bruno denuncia senza mezzi termini?

Ospite della puntata è Massimo Carlo Giannini, professore associato di Storia all’Università di Teramo, nonché vicepresidente dell’Istituto Sangalli. Con il professor Giannini ci concentriamo soprattutto sull’esperimento di “riconnessione” tra lo stesso Istituto e i ricercatori italiani all’estero, tra i quali c’è pure Bruno Pomara. Può essere un’iniziativa apripista, per riattrarre qui i migliori espatriati?

Nella rubrica “Expats” appuntamento -come ogni primo sabato del mese- con la rubrica “Andata”, di Aldo Mencaraglia (“Italiansinfuga”). Oggi Aldo ci spiega l’importanza di una buona lettera di presentazione (o “cover letter”), per incrementare le possibilità di trovare lavoro all’estero.

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La discussione di maggio: “E’ arrivata la ripresa, sul fronte occupazione? La vedete? Se doveste scegliere -oggi- tra restare in Italia o espatriare… quale sarebbe l’opzione su cui puntereste? E sul fronte della selezione da parte delle aziende vedete un cambio di passo, nella valutazione e risposta ai curricula?”

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Alla prossima puntata: sabato 9 maggio, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24



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