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India: che fine hanno fatto i “nostri” marò?

Creato il 28 novembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Nonostante le richieste del Ministero degli Esteri, per una pena minore, non è esclusa la pena di porte per i due fucilieri del “Reggimento San Marco”.

Uno dei rientri in Italia, dei due marò (infosannio.wordpress.com)

Uno dei rientri in Italia dei due marò (infosannio.wordpress.com)

La stampa indiana torna a parlare della possibilità di una condanna a morte per i due marò italiani detenuti in India. Secondo l’Hindustan Times, la National Investigtion Agency (Nia), a cui sono affidate le indagini sulla morte dei due pescatori indiani nel febbraio 2012, nel suo rapporto ha invocato l’applicazione di una legge del 2002 che prevede la pena capitale per chi causa la morte di persone in mare.

Il giornale ha riferito che il rapporto è stato già trasmesso al ministero dell’Interno indiano, nonostante le pressioni dello stesso ministero degli Esteri di New Delhi per arrivare a un’incriminazione meno pesante per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Nei mesi passati, il capo della diplomazia indiana, Salman Khurshid, ha più volte rassicurato il governo italiano che la pena capitale è esclusa, un impegno ribadito a marzo quando l’Italia minacciò di non rimandare indietro i due fucilieri del Battaglione San Marco rientrati in patria per votare alle elezioni politiche. Il rapporto della Nia sarà consegnato a un giudice ad hoc che lo esaminerà e lo metterà a disposizione dei legali per poi avviare le udienze preliminari in cui saranno stabiliti i capi d’accusa.

La Nia è un’agenzia creata nel 2009 dal governo indiano dopo il sanguinoso attentato di Mumbai del novembre 2008: finora si è occupata prevalentemente di terrorismo, ma ora ha invocato per la prima volta una legge del 2002 per la Soppressione di Atti Illeciti contro la Sicurezza della Navigazione Marittima (“Su Act)”. Si tratta, per ironia della sorte, di una legge voluta dal governo per reprimere gli atti di pirateria, quegli stessi contro cui erano impegnati i due militari italiani. Alla sezione 3, la legge dice espressamente che “se qualcuno causa la morte di un’altra persona sarà punito con la morte”.

L’uccisione dei pescatori è avvenuta oltre le 12 miglia nautiche delle acque territoriali indiane, ma il Su Act è applicabile anche tra le 12 e le 200 miglia dalle coste indiane, considerate da New Delhi come Zona di interesse economico esclusivo. “Il nostro pensiero”, ha spiegato una fonte della Nia, “è che con l’uccisione dei pescatori i marò abbiano commesso un atto che mette a rischio la navigazione e quindi sono passibili di essere incriminati sulla base di una legge che prevede anche la pena di morte”.

Queste le tappe fondamentali del caso dei due fucilieri del Reggimento San Marco: – 15 febbraio 2012: due pescatori indiani, Valentine Jalstine e Ajesh Binki, vengono uccisi da colpi di arma da fuoco a bordo della loro barca al largo delle coste del Kerala. Della loro morte vengono accusati i due marò in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che però  sostengono di aver sparato in aria come avvertimento. Inoltre, il fatto sarebbe avvenuto in acque internazionali a sud dell’India. – 25 maggio 2012: dopo aver passato quasi tre mesi nel carcere indiano di Trivandrum, capitale dello Stato federale del Kerala, i due fucilieri della Marina vengono trasferiti in una struttura a Kochi e viene loro concessa la libertà su cauzione, con il divieto di lasciare la città. – 20 dicembre 2012: viene accolta la loro richiesta di un permesso speciale per trascorrere in famiglia le festività natalizie in Italia, con l’obbligo di tornare in India entro il 10 gennaio. Il 22 dicembre atterrano a Roma, per ripartire alla volta di Kochi il 3 gennaio. – 18 gennaio 2013: la Corte Suprema indiana stabilisce che il governo del Kerala non ha giurisdizione sul caso e dispone che il processo venga affidato a un tribunale speciale da costituire a New Delhi. – 22 febbraio 2013: la Corte Suprema indiana concede ai due fucilieri di tornare in Italia per quattro settimane per votare. I due marò ad oggi sono detenuti in un albergo di Kochi. (AGI).

Per un ulteriore approfondimento: – “Marò: può il diritto internazionale risolvere la controversia tra Italia e India?“ e “Marò: l’Italia contro l’antiterrorismo indiano.“

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