Indignatevi! Almeno una volta al giorno

Creato il 25 febbraio 2011 da Bruschidettaglil

“Il mio augurio a tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E’ fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come a me ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti e impegnati. Abbracciamo un’evoluzione storica e il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi. Ed è un corso orientato verso una maggiore giustizia, una maggiore libertà, ma non la libertà incontrollata della volpe nel pollaio. Questi diritti, promulgati nella Dichiarazione nel 1948, sono universali. Se incontrate qualcuno che non ne beneficia abbiatene pietà, aiutatelo a conquistarli”.

“Ai giovani io dico: cercate e troverete. L’indifferenza è il peggiore di tutti gli atteggiamenti, dire “io che ci posso fare, mi arrangio”. Comportandoci in questo modo, perdiamo una delle componenti essenziali dell’umano. Una delle sue qualità indispensabili: la capacità di indignarsi e l’impegno che ne consegue”.

(Stéphane Hessel, Indignez-Vous!)

Stéphane Hessel (nella foto) ha 93 anni, ha combattuto nella Resistenza francese, ha lavorato alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. Si rivolge ai giovani nel suo Indignez-vous!, ma anche a chi ha bisogno di una scossa, di non essere indifferente. Penso a chi guarda davanti a sé nel vuoto, le spalle appoggiate a un comodo divano, e preferisce cullarsi nel tempo che passa piuttosto che muoversi. Penso a chi deve tornare a fare domande, gli studenti che vedono cadere i pezzi dai soffitti delle loro scuole e devono, hanno l’obbligo e il diritto, di chiedere spiegazioni. Penso a chi guarda e passa avanti. A chi vede e non denuncia, a chi si gira persino dall’altra parte. Penso a chi non alza la mano, a chi non ha voglia di farsi avanti, a chi ha paura di perdere tempo e delega. E lascia che siano gli altri a pensare, agire, fare, scrivere, domandare. Bisogna indignarsi per cose grandi e piccole, almeno una volta al giorno, per essere uomini e donne consapevoli, per non morire ogni volta un po’. Quello di Hessel è un appello a non mollare. Certo, lo spiega anche lui, “le ragioni per indignarsi sembrano meno nette, o il mondo troppo complesso”. Ma la reazione non può essere l’indifferenza.



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