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Ieri, la data del 15 ottobre non poteva essere spostata quindi gli stessi facinorosi del dicembre 2010 hanno pazientato un giorno. Infatti il 14 ottobre il Governo Berlusconi incassava nuovamente la fiducia, ricorderete in seguito alla bocciatura del rendiconto generale dello Stato, e il giorno dopo, cioè ieri 15 ottobre, in occasione di una manifestazione degli indignati, che sarebbe filata via liscia come in tutte le altre parti del mondo, i soliti violenti black bloc trasformano in guerriglia quella che doveva essere una manifestazione pacifica, con l'identico risultato di allora:si parla di feriti (70), scontri violenti, auto incendiate, negozi distrutti, lancio di oggetti e sanpietrini. [Corriere]
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Insomma tutto il classico repertorio. Ora come allora non si è stati in grado di prevenire, e dire che anche se erano pochi in confronto ai manifestanti pure non erano quattro gatti e si sarebbe potuto e dovuto intercettarli prima. Vi è un chiaro legame con la sopravvivenza del Governo Berlusconi. Per due volte di seguito si è sfruttata un'occasione di protesta che non aveva propriamente a che fare, se non indirettamente, con l'esistenza stessa del Governo per generare quel caos e quel disordine che sembrano essere gli unici obiettivi di questi gruppi genericamente definibili anarchici. Traggo alcune righe da uno di questi siti [anarkids]L'unica cosa utile e' quella che ci da' il piacere immediato o che serve per estendere la rivolta e per farla finita con questo sistema. Non vogliamo autogestirci la miseria, non vogliamo risolvere i problemi del capitalismo, non vogliamo decorare questo mondo di merda con proposte in positivo. Vogliamo attaccarlo per distruggerlo.
[...] L'intellettualismo di sinistra pretende pianificare dal suo tavolo di chiacchiericci le proteste, le trasformazioni sociali e la nostra vita. Pretende di convertirci a sua immagine e somiglianza in vegetali "coscienti".
[...] Con l'attacco demistifichiamo il nemico rompendo la falsa apparenza di pace sociale e di controllo totale. Con il vandalismo, inoltre, la si fa finita con il mito sinistroide che vede il potere sempre lontano ed irraggiungibile. Il cuore dei potere, invece, e' ogni giorno intorno a noi e alla nostra portata, anche solo nelle relazioni che stabiliamo con il "padrone", il capo, gli agenti repressori, le imprese, le istituzioni...
[...] La questione non e' scegliere tra manifestare in strada o portare avanti azioni di attacco. Dobbiamo essere flessibili e capire che tutti gli atti che fanno avanzare la rivolta sono validi; che la separazione tra questi e altri tipi di attivita' l'ha disegnata il sistema per mezzo di leggi e norme morali per annichilirci. Dobbiamo essere flessibili per agire alla luce dei giorno c'osi' come nel buio della notte. Il vandalismo e' uno strumento utile e divertente.
Un'ultima cosa, la sua cattiva fama si deve soprattutto alla sua capacita' di destabilizzare la vita quotidiana e per la sua facilita' di estensione. Per questo ci interessa, per questo lo difendiamo e lo pratichiamo. E' molto facile.Si comprende allora come occasioni in cui quel sistema e quel potere rappresentato egregiamente da Berlusconi e dal suo Governo resistono, siano perfette per mettere in pratica quella flessibilità vandalica di cui parla. Destabilizzare per distruggere. Non si sa bene per creare cosa. Forse vi è già una finalità in sè nel distruggere, nel vandalizzare, ci si sente vivi e padroni del proprio destino mentre gli altri, poveri stupidi, cercano di mantenere in piedi la società per tutti quei momenti in cui non si è vandali.Per ora, comunque, più di evidenziare questa coincidenza non faccio. Vi rimando a proteste studentesche per qualche riga sull'uso della violenza.