INDILIBR(A)I - Rubrica dedicata ai librai e ai lettori indipendenti
Marco Guerra, della libreria Pagina 348, consiglia Vita del lappone di Johan Turi (Adelphi).
Non riesco a separarmi da questo libro. Sono anni ormai, l’ho letto e riletto più volte.
I lapponi sono gli indiani d’Europa. Secoli di vita con il cielo come tetto, piantando e smontando tende in un ampio territorio dell’inospitale Estremo Nord del nostro continente, viaggiando insieme alle loro renne, animali dai quali ricavare carne e formaggio per nutrirsi e pelli per coprirsi. Scacciati da contadini finlandesi, svedesi e norvegesi che difendevano i campi dalle scorribande del loro bestiame. Incapaci di separarsi dalla loro vita nomade. E di spiegarne il perché.
Ma all’inizio del secolo scorso uno di loro, uno dei pochi in grado di farlo, un giorno si mette a scrivere. E riempie pagine e pagine su come trattare le renne, su come mungere il latte e come ricavarne formaggio quando il freddo congela le dita. Come si pianta la tenda quando il vento soffia in gelide raffiche e il cielo è buio ormai da mesi. Come far partorire le donne e come si allevano i bambini.
Pagina dopo pagina sembra di vedere la terra quando era giovane. E grazie ai disegni dell’autore e allo stile asciutto delle sue parole lo sguardo del lettore perde tutto il disincanto della nostra epoca.
Johan Turi, norvegese (1854 – 1936) diede forma definitiva al suo libro, con l’aiuto dell’artista danese Emilie Demant, che condivise la sua vita in Lapponia nel 1907-1908. La prima edizione della Vita del lappone, annotata dalla Demant apparve in edizione bilingue (lappone e danese) nel 1910. Il libro ebbe immediatamente fortuna ed è oggi considerato il primo grande classico della letteratura lappone.
Vita del lappone – Johan Turi
Traduzione di Bruno Berni
Adelphi, 1991
pp. 296, € 18,00