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Inès la bella

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SvolgimentoInès la bellaInès, la madre di Michelle era creola. Era nata nelle Antille Britanniche e possedeva anch'essa le iridi blu del padre giunto nelle colonie che furono inglesi a due passi da Haiti. Queste origini piuttosto esotiche nei due genitori miglioravano e rendevano Michelle una rarità in bellezza e in stranezze che lasciavano tuttavia esterrefatti  Era stata cresciuta seguendo il ritmo del mare che schiumava contro la barriera corallina, le scuole cattoliche a Caracas e Concha, la tata e compagna di giochi. Inès le aveva trasmesso tutto il suo amore di madre, mentre sentiva gli animali e i corsi d’acqua animarsi e i pericoli materializzarsi prima che si avverassero. Concha un giorno improvvisamente sparì e nessuno seppe più niente di lei.Si pensò che fosse fuggita con uno strano personaggio che da qualche tempo le girava attorno, qualcuno disse che si era persa nella foresta amazzonica, vittima di una macumba. Le vecchie indios convertite, rinsecchite come una banana invecchiata, si segnavano la fronte e il petto. Nessuno seppe niente di Concha ma Michelle una notte la sognò e in sogno Concha le disse dove si trovava.Inès capì che quella figlia era figlia della Madre Terra e comunicava con essa, e tacque per tutta la vita per non rivelare quello che aveva visto nel destino di Michelle. Il suo viso si trasformò in una maschera di terrore.Guardava la figlia crescere e farsi forte, ma tremava per il suo futuro e quando Michelle annunciò che partiva in cerca di Concha fu presa da un tremito che la scosse da capo a piedi. E cadde.Nessuno seppe spiegarsi perché Inès la bella, delicata e dolce come una cioccolata, fragrante di profumo di lavanda, fosse diventata come una statua di bronzo. Gaetano, il marito, dapprima cercò di reagire, ma dopo poche settimane aveva perso ogni entusiasmo per la vita, vedeva l’adorata moglie distesa sui letti senza vita, immobile, e riprese a inalare oppio e a masticare coca. I suoi denti diventarono giallastri e si macchiò anche i polpastrelli a furia di farsi spegnere le sigarette tra le dita, perso in una delirante assenza.I suoi affari a Caracàs e in Montevideo andarono in malora, non si curò più dell’import - export, delle piantagioni, degli indios che abbandonò a se stessi.Anche Inès, la sorella, accorse in aiuto all’adorato fratello, accompagnandolo presso tutte le cliniche e gli specialisti che visitarono, per guarire, la moglie Inès dalla grave catatonia e lui stesso, preda della depressione e della dipendenza da droghe.Quando le due Inès si incontrarono con gli sguardi, l’una trasmise all’altra tutta la verità che celava nell’anima, e l’altra capì l’entità del dramma e il baratro. Michelle partì in una notte di nebbia raggiungendo il porto con i camion per il trasporto di caffè e canna da zucchero che dalle grandi piantagioni del Sud partivano verso il Nord-America o l'Europa. L’autista era l’indios alle dipendenze del padre fin dai tempi in cui smottava la terra dei campi per liberarli dai sassi. Era il 1968 e Michelle aveva 18 anni.

CLA



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