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Ingegnere Meccanico in Danimarca

Creato il 29 novembre 2010 da Fugadeitalenti

Io non mi sento un talento, o un genio di qualche tipo: semplicemente un lavoratore onesto e professionale in cerca di gratificazione. Io credo che -proprio per questo- vada sottolineata non solo la fuga dall’Italia delle eccellenze più eclatanti, ma anche quella -silenziosa- dei professionisti validi e normali, che sta avvenendo ogni giorno di più. Gente che letteralmente manda avanti le aziende, produce reddito, paga le tasse“.

Con questa lettera Antonino Pizzuto, ingegnere meccanico di 34 anni al lavoro in Danimarca, si è presentato alla trasmissione “Giovani Talenti”. Antonino, una laurea col massimo dei voti all’Università di Catania, ha compiuto -nel corso della sua breve carriera- un doppio espatrio: prima dal sud verso il nord, poi dal nord verso l’estero. Una vicenda veramente emblematica, la sua.

Subito dopo la laurea, Antonino ottiene il posto in una grande azienda metalmeccanica di Torino, dove vivrà per otto anni e mezzo. Le cose all’inizio vanno bene: da neolaureato il posto di lavoro lo soddisfa, si sposa e ha una figlia.

Qui cominciano però, paradossalmente, i problemi: la moglie, ricercatrice a progetto all’università, viene messa alla porta, proprio in seguito alla maternità. Ma non solo: il suo lavoro, progressivamente, comincia a non soddisfarlo più. Le responsabilità aumentano, tuttavia lo stipendio resta lo stesso. Crescono pure le ore lavorate, senza che di pari passo arrivino i riconoscimenti e le soddisfazioni. Ma quel che è peggio, come troppo spesso accade in Italia, Antonino ha l’impressione che le progressioni di carriera intorno a lui vengano stabilite in base all’amicizia. Non in base al valore.

La nascita della figlia trasforma il semplice “desiderio” di fare un’esperienza all’estero in una “necessità”: “Cosa avremmo potuto offrirle? Che scuola, se non possiamo permettercene una privata? Che opportunità, se non siamo ricchi in un Paese dove tutto ormai sembra in vendita?

Antonino comincia allora a inviare curricula all’estero, ricevendo diverse offerte. Fino a quando non si concretizza la possibilità di trasferirsi in Danimarca, per lavorare nella più grande azienda al mondo di pale eoliche. “Siamo felicissimi della scelta fatta“, spiega Antonino. Che elenca i punti-chiave del confronto Italia-Danimarca:

-Stipendio: uscendo dall’Italia, praticamente raddoppia.

-Sistema sociale: in Danimarca quasi tutto è gratis, il quantitativo pagato in tasse trova un corrispondente nei servizi offerti.

-Meritocrazia: se vali, sei premiato. Antonino dopo due mesi era già stato promosso.

-Bilancio lavoro-vita privata: in Danimarca Antonino lavora tra le 8 e le 16.30. Lavora duro, ma oltre il lavoro -afferma lui- “esiste una vita“. Vita che può interamente dedicare alla sua giovane famiglia.

La conclusione è semplice e inevitabile: Antonino, a tornare in Italia, non ci pensa proprio. Resta la sua metà preferita per le vacanze. “Ma per vivere, meglio in Danimarca“, chiosa amaro.

Ospite della puntata è Angelo Richiello, anche lui ingegnere meccanico, da molti anni al lavoro all’estero. Prima in Gran Bretagna, poi in Cina, ora in Austria. Sempre confrontato con sfide professionali nuove. Con Angelo commentiamo la storia di Antonino, e riflettiamo sulle opportunità professionali offerte dall’Italia ai suoi giovani ingegneri.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” torniamo ad aprire la nostra finestra su Italiansonline.net, la più grande comunità -virtuale e non- di espatriati italiani. In questa puntata ci spostiamo a Monaco di Baviera, dove incontriamo Marco Cantagallo, coordinatore della sezione IOL Monaco.

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La discussione lanciata in trasmissione: 1) Stipendio, 2) Sistema sociale, 3) Meritocrazia, 4) Bilancio vita privata / vita lavorativa: qual è, tra questi quattro punti critici, il principale fattore di attrattività all’estero per un giovane professionista italiano? E perché?

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Alla prossima puntata: sabato 4 dicembre, dalle 15 alle 15.30 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!




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