Qui si parla di valori e in parte Latouche si riferisce a quanto ho già esposto nei precedenti post. Le scale di valori (ovvero di non-valori) oggi dominanti vanno cambiate, l'immaginario consumistico va demitizzato a favore di una (ri)appropriazione consapevole di valori sociali autentici. "L'altruismo dovrebbe prevalere sull'egoismo, la collaborazione sulla competizione sfrenata, il piacere del tempo libero e l'ethos del gioco sull'ossessione del lavoro l'importanza della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, l'autonomia sull'eteronomia, il gusto della bella opera sull'efficienza produttivistica, il ragionevole sul razionale, il relazionale sul materiale"(1).
2. Riconcettualizzare
È il diretto corollario della rivalutazione. Le coordinate di nuovi valori tracciano una diversa mappa del mondo conosciuto, del mondo auspicato, di cui ci si deve appropriare. La riconcettualizzazione è dunque appannaggio per esempio del binomio ricchezza/povertà o rarità/abbondanza, quest'ultimo "binomio infernale, fondatore dell'immaginario economico, che è necessario descostruire con la massima urgenza"(1). Infatti "l'economia trasforma l'abbondanza naturale in rarità con la creazione artificiale della mancanza e del bisogno attraverso l'appropriazione della natura e la sua mercificazione"(2). Inutile dire che questo è uno dei paradigmi da depotenziare.
(1) Serge Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena (Einaudi)
(2) Paul Dumouchel e J.-P. Dupuy, L'Enfer des choses
[Credit: la foto in alto è la Sad Earth dei Cool Globes fotografata a Chicago nel 2007 da John LeGear]
/continua (domani)