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Innocenti evasioni/2

Creato il 02 agosto 2013 da Giuseppe Lombardo @giuslom

Innocenti evasioni/2Alla fine la Corte di Cassazione non ha potuto ovviare alle proprie responsabilità. Nonostante le pressioni indebite piovute in questi giorni sul Palazzo di Giustizia da parte dei bracconieri del Transatlantico e da parte di una certa stampa compiacente, la sentenza di condanna è stata confermata in maniera inesorabile.Questa sera, andando a dormire, gli italiani sapranno: sapranno con certezza che il dominus assoluto dell'ultimo ventennio, il proprietario del principale polo privato televisivo, l'ex premier ed il perno centrale dell'attuale maggioranza è - al di là di ogni ragionevole dubbio - un evasore fiscale,  tecnicamente un pregiudicato in attesa d'interdizione.Oddio, qualche sospetto questi benedetti italiani devono pur averlo avuto, anche perché gli indizi in tal senso non erano mancati. Nel 2004 il Cavaliere si era esposto mediaticamente giustificando l'evasione e specificando, in qualità di Presidente del Consiglio, la necessità di porre dei limiti oggettivi alle richieste dello Stato in materia economica. Era il 17 febbraio e nella sala stampa di Palazzo Chigi Berlusconi ammise candidamente: "Se si chiede una pressione del 50% ognuno si sentirà moralmente autorizzato a evadere". Fosse stata una mera asserzione filosofica, il fuoco incrociato di polemiche si sarebbe presto spento sotto il peso di una rettifica istituzionale. Invece, lungi dal tornare sui suoi passi, Berlusconi rivendicò con indefessa coerenza il cuore del messaggio, passando per giunta dalle parole ai fatti: venne così varata la politica fiscale dei condoni tombali per consentire al governo di rimpinguare le casse dell'erario. L'obiezione secondo cui, in tal modo, lo Stato agevolava implicitamente gli evasori, furbi e disonesti, a danno dei contribuenti, per bene e gonzi, non venne neppure presa in considerazione dall'establishment del centrodestra. Realpolitik all'amatriciana: mi devi due milioni? Dammi duecento euro e pace sia, tanto c'è sempre il lavoratore dipendente che subisce il prelievo alla fonte garantendo servizi per tutti.
Il 2 aprile del 2008, intervenendo al Convegno dei Costruttori dell'Ance, Berlusconi ribadiva il concetto: "In tutti noi c'è una norma del diritto naturale per la quale, se ci si chiede di pagare il doppio delle imposte, questo è qualcosa che può essere ritenuto ingiusto e che moralmente può giustificare l'elusione o l'evasione". Un giusnaturalismo fraudolento che avrebbe poi costituito la base per le minacce di sciopero fiscale. Era la premessa per la sortita strumentale: contro la sinistra che tartassa c'è una destra dalla parte del contribuente, preferibilmente disonesto.
Adesso il coro delle vergini si straccia le vesti di fronte ad una sentenza che ha un solo difetto: è tardiva e riflette in ampia misura i tempi biblici e la natura un po' pilatesca della giustizia italiana. Il Pd, frattanto, gonfia i muscoli invitando il Cavaliere ed i suoi seguaci a rispettare il verdetto in nome dei pesi e contrappesi costituzionali. Bella battuta: come se il Pdl non fosse quello stesso partito che qualche tempo fa occupò il Tribunale di Milano, solo dopo aver umiliato un Parlamento costretto a certificare il rapporto familiare fra una minorenne marocchina ed il Capo di Stato egiziano. Un partito serio, o quantomeno con meno sprezzo del ridicolo, coglierebbe semmai l'occasione per correggere la rotta. Possono gli eredi di Berlinguer convivere fra i banchi di governo con un sicuro evasore e con un potenziale concussore?G.L.Innocenti evasioni/2

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