La domanda è questa: qual è la Sua posizione, oggi, in merito al federalismo? O meglio: cosa pensa l’ex Sindaco sull’affidare ai primi cittadini più poteri e più possibilità amministrativo-economiche, al fine di avviare un reale processo di decentramento dal centro alle periferie?
“Ancor più meglio”: un ex Sindaco, oggi Presidente del Consiglio, è disposto a cedere una quota non indifferente del suo “potere” a favore dei Sindaci?
Questa è la provocazione.
Antefatto essenziale: una fra le più importanti stagioni politiche dell’Italia Repubblicana, piena di novità e di speranze, fu la “primavera dei Sindaci” di qualche anno fa, che alla fine di tutti i conti si dimostrò “un fuoco di paglia”. Il limite di allora, che diventa un rischio attuale, si concretizzò quando quei Sindaci, anziché esprimere il ruolo per cui erano investiti dai cittadini, cioè di Sindaci, iniziarono a “pavoneggiarsi” nel determinare una propria politica “personale”, al fine di costruirsi una carriera di “professionisti della politica”, che peraltro dura fino ad oggi. La nostra Provincia è un’eccezionale espressione della nuova stagione dei Sindaci, ma se Renzi, e, con lui, tutti i primi cittadini, anziché essere Sindaci, diventano espressione personale della politica, accentrando poteri e decisioni, ancora una volta si profila un fallimento.
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