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Inseguendo una chimera

Creato il 24 gennaio 2015 da Maria Materia @MariaMateria1
Chimera

E' stato recentemente pubblicato uno studio del Massachusetts Institute of Technology (MIT) sulla scarsa efficacia delle tecnologie di sequestro dell'anidrite carbonica. 


Il cavallo di battaglia delle lobby fossili, la panacea per coloro che sperano di poter continuare a fruttare il vecchio combustibile nella produzione di energia subisce un colpo di arresto.
I ricercatori del MIT dichiarano infatti che il sequestro di CO2 non da i risultati sperati, almeno per adesso, e occorrerà continuare la ricerca ancora per molto e molto tempo prima di poter cantare vittoria.
In particolare lo studio, finanziato in parte dal governo degli Stati Uniti d'America, ha dimostrato che solo una piccola parte di anidride carbonica può essere sequestrata nel sottosuolo in forma solida, contrariamente alle previsioni che immaginavano tale quota al 90%. Non vi tedierò con le caratteristiche tecniche dello studio che per i volenterosi metto a disposizione tra i link di approfondimento in fondo al post, basti in questa sede sapere l'esistenza della ricerca che sconfessa la validità della tecnica di sequestro dell'anidride carbonica, e che tale tecnologia è ancora lontana dalla maturità.
Ciò nonostante in Italia c'è chi si ostina a crederci e investe miliardi di euro inseguendo una chimera.
Ed è inseguendo questa chimera che il Decreto Destinazione Italia aveva destinato la bellezza di 1,2 miliardi di euro al Sulcis, in Sardegna con lo scopo di finanziare la nascita di una centrale termoelettrica a carbone pulito. 
1,2 miliardi di euro destinati ad una tecnologia basata sul postulato che l'energia si debba produrre necessariamente con il carbone; un capitale destinato ad una tecnologia che non solo non ha ancora ottenuto la dimostrazione della sua fattibilità, ma conserva dubbi sui tempi ancora necessari affinché la tecnologia sia matura.
1,2 miliardi al Sulcis... ma non solo. 1,5 miliardi di euro l'investimento previsto per la centrale di Saline Joniche con il suo impianto pilota di stoccaggio di CO2.
In tempi di crisi economica, di nazione sull'orlo di una bancarotta, sembra assurdo parlare di miliardi di euro spesi nella speranza di catturare anidride carbonica e immagazzinarla nel sottosuolo! 
Per anni ci hanno tormentato con la favoletta delle rinnovabili mangia soldi... delle bollette di ignari italiani che finanziavano pannelli fotovoltaici e pale eoliche... E' vero le rinnovabili hanno usufruito di una grossa fetta di incentivi negli anni passati, incentivi che sicuramente sono stati spesi male, e che avrebbero dovuto privilegiare i piccoli produttori domestici, ma grazie a tali incentivi la tecnologia fotovoltaica è comunque maturata e la fetta di produzione di energia elettrica pulita nel mix energetico italiano è aumentata, al contrario, ditemi voi che senso può avere ancora oggi investire nel carbone. 
Per approfondire:
http://www.gizmag.com/mit-carbon-sequestration-effectiveness/35719/
http://www.nationalgeographic.it/dal-giornale/2014/04/10/news/il_dilemma_del_carbone-2085927/
http://www.enea.it/it/produzione-scientifica/EAI/anno-2011/supplemento-al-fascicolo-1-2-2011
http://www.agienergia.it/Notizia.aspx?idd=1128&id=53
http://www.qualenergia.it/articoli/20120621-s%C3%AC-del-governo-alla-centrale-carbone-di-saline-joniche


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